Attualità e Politica
08/11/2024 | 13:10
08/11/2024 | 13:10
ROMA – Carenza di istruttoria, annullato l’articolo 5 del regolamento Movida di Palermo. Lo ha stabilito la Sezione Seconda del Tar del capoluogo siciliano, accogliendo il ricorso di due società che gestiscono sale giochi. Sospeso, quindi, il provvedimento del Consiglio comunale dello scorso febbraio, che aveva disciplinato l'apertura delle sale giochi e scommesse tra le 10 e le 24 e limitato il funzionamento degli apparecchi da gioco con vincita in denaro tra le 15 alle ore 20.
LA DECISIONE – Decisivo per i Giudici il terzo motivo del ricorso: il difetto di istruttoria. In poche parole, il regolamento, nella parte impugnata (art.5), non risulta essere “adottato sulla base di precise evidenze scientifiche sul fenomeno della ludopatia nel Comune di Palermo”. Nel caso di una così restrittiva riduzione degli orari di funzionamento degli apparecchi (5 ore giornaliere), l'amministrazione comunale “non può limitarsi ad una non dimostrata enunciazione dei rischi collegati al gioco lecito, ma deve dare atto di ragioni specifiche, da esplicitare e documentare in modo puntuale con una specifica istruttoria in relazione al territorio di competenza”. In questo caso l'amministrazione comunale non ha fornito alcun elemento utile a supporto delle restrizioni, né riguardo agli orari più “liberali” delle sale bingo, per le quali è stata invece prevista un’ampia fascia oraria di apertura dalle 10:00 alle 1:00 durante la settimana e dalle 10:00 alle 2:00 nel weekend. L’amministrazione comunale si è limitata a depositare documenti genericamente inerenti a problematiche socio-sanitarie connesse alla ludopatia, senza chiarire se tali documenti siano stati considerati nella redazione del regolamento. Si tratta, in ogni caso, di documentazione risalente al 2020, che avrebbe richiesto comunque un aggiornamento, tenuto conto che il regolamento risale a febbraio 2024. Per questo motivo il Tar ha accolto i due ricorsi e annullato l’art. 5 del Regolamento “Movida” di Palermo.
Infondati gli altri due motivi di ricorso, ossia la presunta incompetenza del Consiglio comunale, che ha emanato il regolamento in materia di sicurezza urbana, e la violazione della legge regionale del 2020, che "impone ai Comuni, nella fascia notturna e nella fascia oraria di ingresso e di uscita scolastiche, di prevedere la sospensione delle attività di gioco con gli apparecchi".
GL/Agipro
Foto credits wp paarz/Flickr CC BY-SA 2.0
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