Attualità e Politica
26/02/2020 | 10:03
26/02/2020 | 10:03
ROMA - L’importo dovuto dai concessionari del bingo in regime di proroga è stato incrementato senza accertamenti sulla effettiva sostenibilità dei versamenti e senza nessuna certezza sulla nuova gara per l’affidamento delle nuove concessioni. Così gli operatori di settore nell'udienza di oggi in Corte Costituzionale, dove sono tornate in primo piano le disposizioni contenute nella legge di stabilità 2018 sulla proroga delle concessioni. La norma approvata a fine 2017 - rinviata dal Tar Lazio alla Consulta lo scorso anno - prevedeva l’aumento da 5.000 a 7.500 euro dei versamenti dovuti dai concessionari ogni mese (e da 2.500 euro a 3.500 euro per ogni frazione di mese inferiore ai quindici giorni). Nello stesso provvedimento veniva fissata la scadenza - il 30 settembre 2018 - entro cui sarebbe dovuta partire la nuova gara.
«Alle condizioni imposte dalla legge di stabilità 2018 era impossibile valutare le convenienza del regime di proroga - hanno sostenuto i legali degli operatori del bingo - Le condizioni previste dalla manovra non hanno permesso neanche di valutare possibili alternative economiche. Fermare l’attività avrebbe significato l’espulsione dal marcato a tempo indeterminato, vista la completa assenza di certezze sull’avvio della nuova gara».
LL/Agipro
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