Attualità e Politica
27/11/2024 | 19:22
27/11/2024 | 19:22
ROMA - La spesa effettiva in giochi con vincita in denaro (ovvero la differenza tra giocate e vincite) per una famiglia italiana si attesta a 40 euro, in linea con le altre forme di divertimento nel tempo libero. Ciò a fronte di 120 euro giocati e una vincita media di circa 79 euro mensili. E’ quanto emerge dal report della ricerca “Giocare da grandi”, realizzato da Formiche in collaborazione con SWG e IGT e presentato dal Direttore di ricerca di SWG Riccardo Grassi durante un evento a Roma. La ricerca si basa su un campione di circa 300 giocatori di giochi con vincita in denaro. Solo l’8,1% del campione è un giocatore esclusivo (gioca solo ad una tipologia), mentre emerge una richiesta di gioco ampia: il 49% ha giocato ad almeno a sei tipologie di giochi, il 70% almeno a tre tipologie nei mesi presi in esame. Gratta e Vinci e Superenalotto sono i giochi più comuni, mentre le scommesse sono il settore in cui il gioco occasionale è più raro.
Sul bilancio emotivo, il 48% dichiara di essersi sempre divertito, oltre il 70% definisce la loro esperienza come divertimento. L’80% si definisce però sfortunato: ecco che allora il divertimento è legato alla natura stessa del gioco, ossia la componente sfortunata. Si rileva anche un alto controllo del tempo e della spesa di gioco. “Abbiamo applicato – spiega Grassi - un nuovo indicatore, il “Problem Gambling Severity Index”, per il rischio legato al gioco. C’è una coincidenza tra il nostro rapporto e quello dell'Istituto superiore di sanità sui giocatori problematici. ll rischio è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, alto tra i giovani e in piccoli centri. La spesa mensile, inoltre, non sembra incidere, se non quando supera i 100 euro. Il rischio aumenta inoltre con l’aumentare delle tipologie giocate”. Ma il fattore chiave – secondo il rapporto - è il tempo dedicato al gioco. Mentre il denaro è legato alle condizioni individuali, il tempo è svincolato da questo. Le responsabilità? Secondo gli intervistati ci sono allo stesso livello le persone che giocano e lo Stato. “Se il tema del tempo è chiave rispetto al rischio, emergono due questioni. Il gioco online – conclude Grassi - è quello più rischioso e lo spazio fisico diventa spazio di contenimento, perché c’è più possibilità di controllo e intervento”.
GL/Agipro
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