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Ultimo aggiornamento il 04/12/2024 alle ore 19:00

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28/11/2024 | 15:50

Riordino giochi retail, l’intesa tra Mef e Regioni resta difficile: distanze ancora ampie a dieci giorni dal nuovo incontro

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Riordino giochi retail l’intesa tra Mef e Regioni resta difficile: distanze ancora ampie a dieci giorni dal nuovo incontro

ROMA – Distanze sempre più ampie tra le parti. E’ la sintesi dei racconti di alcune fonti interpellate da Agipronews tre giorni dopo l’incontro del tavolo tecnico misto Ministero dell’Economia-Regioni. La trattativa, malgrado sia ancora in piedi, non decolla e l’accordo su distanze dai luoghi sensibili, orari, dimensione della rete di raccolta è lontano. Permangono, in prima battuta, i dubbi degli assessorati sanitari regionali in merito all’assetto della rete. L’ultima proposta del Mef, che era giunta al tavolo in risposta ad un rigido documento delle Regioni, rappresenta il limite invalicabile per via XX Settembre: 39 mila esercizi generalisti, 4500 sale specializzate, 9mila punti scommessa – oltre a 200mila slot machine e 42.500 Videolotteries - sono una soglia insuperabile se si vuole mantenere l’invarianza di gettito fiscale prevista dalla legge delega. Da qui non ci si muoverà. L’inserimento di ulteriori categorie di luoghi sensibili – come richiesto dalle regioni (ultima in ordine di tempo le case famiglia) - moltiplicherebbe le aree di “rispetto” determinando “l’impossibilità di allocazione dei punti di raccolta” e una “sicura riduzione delle entrate”, è scritto nell’ultima modifica Mef al documento sul riordino. Tra una decina di giorni le parti si rivedranno ma la sensazione diffusa è che ci si avvicini ad una pericolosa situazione di stallo. Le deroghe ai distanziometri delle leggi regionali scadranno nei prossimi mesi e la legge delega va attuata entro agosto 2025. Il tempo stringe e per il Mef sta per aprirsi la stagione delle scelte: trovare rapidamente un accordo – anche non unanime - con le regioni oppure rassegnarsi alla scadenza della delega, sapendo che il territorio diventerà ingestibile, le gare resteranno sulla carta e l’erario perderà miliardi di euro.

NT/Agipro

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