Attualità e Politica
28/07/2021 | 17:40
28/07/2021 | 17:40
ROMA - «Le incertezze attuali del quadro giuridico ed economico rendono inevitabile il rinvio delle gare» per la riattribuzione delle concessioni dei giochi. «Non possiamo che pensare a soluzioni regolatorie solide per avere un quadro più certo per le imprese che, in questi mesi, hanno dovuto sostenere dei costi rilevanti, senza che ci fossero ricavi». Lo ha detto Emmanuele Cangianelli (presidente di Egp-Fipe), durante il panel "Riflessioni per una riforma sostenibile" nel corso dell'evento Sbc Digital Italia. «Serve un riordino della distribuzione sul territorio e va ripensato anche il quadro tecnico delle gare. Le tempistiche per la riattribuzione delle concessioni - con regole che dovranno essere ben definite, per evitare ulteriori complicazioni - potrebbero essere tra i due e i quattro anni», ha spiegato. «Oggi le aziende vogliono stabilità: se non si possono fare nuove gare a causa della questione territoriale (irrisolta per un corto circuito istituzionale), la proroga è lo strumento per evitare che il sistema imploda», ha aggiunto Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio.
RIORDINO DEL SETTORE - Prima di indire le gare per il rinnovo delle concessioni, le associazioni sollecitano il riordino del settore. «Pochi mesi fa si parlava del 2021, questa mattina il rappresentante del Mef ha parlato del 2022: non abbiamo più tempo, di riordini annunciati ce ne sono stati tanti ed è ora che si portino a termine», ha aggiunto Cardia. L'apertura del Mef «è decisamente interessante» per Stefano Papalia, presidente di Fiegl-Confesercenti. Soddisfatto Pasquale Chiacchio, presidente di Giocare Legale: «Sono ottimista. L'avvocato Freni ha detto che dovremo costruire questo percorso tutti insieme. Se queste sono le basi, si parte con il piede giusto». Per Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia, il ministero sta prendendo «una direzione molto più rassicurante rispetto al passato: un riordino ora è possibile, perchè è cresciuta la consapevolezza del fatto che il gioco legale è l'unico garante della sicurezza del giocatore e del gettito erariale». La posizione del Mef convince anche Domenico Distante, presidente di Sapar, che conferma «la disponibilità a partecipare a un tavolo di concertazione con il ministero. I problemi esistono - dalla ludopatia alle infiltrazioni della criminalità, fino al tema delle banche - ma non per questo si deve bloccare lo sviluppo del settore», ha sottolineato.
RIAPERTURE E GREEN PASS - Nell'immediato, il settore retail sta facendo i conti con una faticosa ripresa dell'attività. «Dopo 15-16 mesi di chiusura, la riapertura è durissima», ha spiegato Chiacchio. «Il periodo in cui abbiamo riaperto è il peggiore: stiamo scontando l'impatto dello spostamento dei giocatori sull'online», ha aggiunto Papalia. «Come Confesercenti abbiamo chiesto un confronto col Governo sul Green Pass, perchè costi e responsabilità ricadono sull'esercente. Servirebbero degli accorgimenti per renderlo più utile», ha sottolineato. «Una soluzione andava presa, ma non può ricadere sugli operatori del settore. L'obbligo di Green pass presuppone la presenza di una persona all'ingresso di ogni attività che controlli, quindi i costi aumentano. Abbiamo bisogno di sostegni economici», ha aggiunto Chiacchio. Per Distante, «se il Green Pass serve a non farci chiudere mai più, allora ben venga».
LUDOPATIA - Più critica la posizione delle associazioni sul regolamento anti-ludopatia del ministero della Salute: «Sono osservazioni calate dall'alto, l'industria è stata completamente esclusa», ha sottolineato Distante. «Nell'Osservatorio sul gioco patologico non possono mancare i rappresentanti del settore, l'esercito dello Stato che persegue gli interessi pubblici», ha aggiunto Cardia. «Se vogliamo occuparci della salute del giocatore, dobbiamo fare proposte. Dobbiamo difendere il nostro mercato e migliorare la sua condizione», ha concluso poi Zapponini proponendo, al posto della tessera sanitaria, l'utilizzo di «una tessera momentanea per il gioco».
MSC/Agipro
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