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Ultimo aggiornamento il 27/06/2025 alle ore 21:35

Attualità e Politica

27/06/2025 | 14:51

Tar Veneto riapre una sala giochi a Padova: "Legge regionale che vieta il Pos in contrasto con norme statali"

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Tar Veneto riapre una sala giochi a Padova: Legge regionale che vieta il Pos in contrasto con norme statali

ROMA - Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto, Sezione Terza, ha accolto il ricorso presentato dalla titolare di un punto giochi e scommesse a Padova, annullando il provvedimento con cui il Comune aveva disposto la chiusura temporanea dell'attività per la presenza di un terminale Pos, ritenuto in violazione della legge regionale. Secondo il Tar, tale norma regionale è tacitamente abrogata in quanto in contrasto con la normativa statale, che impone l'uso del Pos nei locali commerciali e sanziona chi si rifiuta di accettare pagamenti elettronici.

Il caso nasce da un'ispezione della Questura che aveva rilevato, all'interno del locale, la presenza di un terminale Pos. Il Comune, ritenendo che tale dispositivo fosse un 'terminale multifunzione' vietato dalla legge regionale - che mira a contrastare la ludopatia -, aveva ordinato la chiusura dell'esercizio. La società di gestione della aveva impugnato il provvedimento sostenendo che il Pos non consente né il prelievo di contante né l'accesso diretto al gioco e che comunque la legge regionale è in contrasto con la disciplina statale sull'obbligo di accettare pagamenti elettronici.

Il Tribunale, nell'accogliere il ricorso, ha evidenziato come la legge regionale sia stata superata dalla normativa statale più recente, che ha elevato il pagamento elettronico a principio fondamentale dell'ordinamento, per motivi di tracciabilità, trasparenza fiscale e concorrenza: tale principio, infatti, prevale su norme regionali anche se adottate per finalità di tutela della salute, essendo materia di competenza esclusiva statale. Inoltre, sottolinea ancora il Tar, non è stata provata alcuna irregolarità concreta nell'uso del Pos che giustificasse un provvedimento così grave come la chiusura dell'esercizio.

Per questi motivi, è stato dichiarato illegittimo il provvedimento comunale ed è stato disposto l'annullamento degli atti impugnati, con conseguente riapertura del locale.

FP/Agipro

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