Attualità e Politica
16/09/2015 | 16:51
16/09/2015 | 16:51
LONDRA – Provate ad immaginare un'isola sommersa grande come l'Asia. Un'enorme Atlantide che conta 57 Paesi asiatici sui 65 complessivi. Una mappa del gioco illegale - soltanto otto Paesi vantano un sistema regolamentato: Cina, Giappone, Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Macao e le Filippine - che nel periodo 2001-11 ha generato un volume di affari per le scommesse 'sommerse' pari a mille miliardi di dollari, oltre 90 l'anno. E' ciò che emerge da uno studio presentato da Patrick Jay, esperto della società di consulenza Regulus Partners, durante l’evento “Betting on Football” di Londra la scorsa settimana. Una piaga che, secondo il report, ha trovato enorme sviluppo grazie alla forte connotazione tecnologica dei cittadini asiatici e il loro rapporto stretto con gli smartphone. Una tendenza che si coniuga alla perfezione con l'offerta di gioco - tra scommesse, lotterie e altro - concepita proprio per coloro che utilizzano il telefono come fosse un pc. PG/Agipro
Asia, Report scommesse illegali: a Panama la cassaforte di "Dirty Soccer"
LONDRA – Illegalità che passa sul web, ma con un forte radicamento sul territorio. I siti spesso sono delle coperture per il passaggio di denaro dei broker, un tunnel tecnologico nel quale transitano i soldi utilizzati per corrompere giocatori, arbitri, dirigenti e truccare gli eventi sportivi in tutto il mondo. Il report della Regulus Partners traccia anche il passaggio di denaro del recente scandalo “Dirty Soccer”. L’organizzazione raccoglieva i soldi tra i “soci”, inviava gli emissari in Italia o in altri Paesi per corrompere e alterare le gare, si passava poi a puntare somme ingenti su siti illegali, magari grazie a prestanome o comunque garantendo l’anonimato dei veri “gambler”. Infine l'ultima fase, quella dell'incasso attraverso il trasferimento dei proventi a una società paravento di Panama che faceva da cassaforte, gestita da un team di contabili il cui compito era quello di calcolare i profitti (altissimi) dei diversi 'soci' del malaffare.
Una guerra senza fine e in continua evoluzione. Unica certezza: i tentativi di frode non possono ritenersi debellati, perché il nemico - in gergo il 'fixer' - ogni volta che scoppia uno scandalo e scattano arresti e contromisure, muta e si reinventa cambiando uomini, accorgimenti, armi tecnologiche e piani di aggressione. Un esempio? Non si punta più sui risultati finali, quanto su un esito con tanti gol per avere meno reazioni dai tifosi e dai media, scegliendo gare con pochi spettatori, bassa copertura televisiva e di scarso rilievo. E poi: meglio un campionato minore, se non addirittura giovanile, che una gara di un certo livello. La nuova parola d'ordine del 'match fixing' è, sostanzialmente: “Se non la vede nessuno è un buon affare”. PG/Agipro
Asia, Report scommesse illegali: accordi internazionali e pene record per bloccare i "fixer"
LONDRA – I mezzi per arginare le truffe, sottolinea il report della Regulus Partners, possono essere diversi. Uno dei punti focali è individuato nella maggior interazione tra industria del gaming e i diversi soggetti in campo: gli organismi anticorruzione, le autorità sportive, i corpi di polizia nazionali e internazionali, oltre alle leghe professionistiche, fino all'idea di una nuova entità indipendente, una vera e propria “Intelligence Agency” dell'anti corruzione. Soluzioni che da tempo vengono proposte – e attuate – anche da Sportradar, azienda che in Italia ha stretto accordi con le leghe dei primi tre campionati professionistici (Serie A, Serie B e Lega Pro) per il monitoraggio e la segnalazione dei flussi di gioco anomali e che dal 2009 a oggi ha individuato oltre 2.000 partite sospette nel mondo. “In Italia si è puntato molto sulla prevenzione, sui tour educativi e sui workshop fra i giocatori, in particolare nelle giovanili – spiega Tom Mace, dirigente di Sportradar – con l’obiettivo di informare e mettere in guardia i protagonisti dello sport. Iniziative del genere, purtroppo, non sono una garanzia assoluta, ma i club hanno fatto tutti gli sforzi necessari. Nei casi accertati di combine le sanzioni sono state dure, hanno dato un messaggio forte. La fiducia e la reputazione si basano sulla trasparenza e sulla decisione: le leghe di calcio italiane hanno mostrato a più riprese di avere queste qualità e sono certo che alla fine questo sarà decisivo a vincere questa partita contro i truffatori”.
La battaglia tra chi bara e chi scopre le truffe si gioca tutta sul terreno della tecnologia, che può essere una minaccia, ma anche il miglior alleato. “L’industria delle scommesse ai nostri giorni si fonda su due fattori: la velocità e l’accuratezza delle informazioni – dice ancora Mace – non solo per i vantaggi commerciali, ma per proteggere l’integrità dello sport. E’ quanto fornisce Sportradar ai propri partner”. Altro punto di forza per tenere a bada i “furbetti” è “il lavoro a stretto contatto con le autorità nazionali. I 'fixer' aggiornano ed elaborano di continuo i metodi per garantirsi profitti illeciti, noi facciamo un lavoro analogo, investiamo in aggiornamenti per assicurare che si chiudano le porte alle combine nel minor tempo possibile”. PG/Agipro
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