Attualità e Politica
15/06/2020 | 15:39
15/06/2020 | 15:39
ROMA - Non è mancato il dibattito, oggi, nella seduta del Consiglio Regionale della Campania, chiamato ad approvare alcune modifiche della legge sul gioco, in vigore dal marzo scorso. A scatenare uno scambio piuttosto vivace sono stati gli emendamenti, tutti respinti, presentati dalla pentastellata Valeria Ciarambino, fresca di candidatura a Governatrice, nelle prossime elezioni regionali. Va ricordato che già in fase di approvazione della legge c'era stata polemica tra la maggioranza e il Movimento Cinque Stelle, che dopo aver partecipato attivamente alla scrittura del testo, aveva ritirato la firma proprio a ridosso dell'approvazione. «Questa – ha detto in aula la Ciarambino – è per noi l'occasione per cambiare una legge a cui il Movimento Cinque Stelle teneva tantissimo, ma che nella sua versione definitiva si presta più agli interessi delle lobby del gioco che al benessere dei cittadini. Per questo abbiamo ritirato la firma».
Gli emendamenti pentastellati puntavano a raddoppiare il distanziometro, portandolo a 500 metri, a dare ai Comuni la possibilità di individuare ulteriori luoghi sensibili e, soprattutto, a sottoporre al regime delle distanze anche gli esercizi già esistenti. La proposta pentastellata prevedeva anche che qualunque nuovo luogo sensibile potesse “sfrattare” un punto di gioco preesistente nel termine di cinque anni, ciò che ha scatenato la reazione di Luciano Passariello (Fratelli d'Italia): «Questo vuol dire che se io ho un'attività di gioco non a norma con le distanze, devo trasferirmi. Poi succede che nel luogo dove mi sono trasferito sorge una scuola o una chiesa e io devo di nuovo smontare tutto e andarmene. È assurdo costringere chi fa investimenti sulla propria attività a spostarsi continuamente».
Maria Antonietta Ciaramella (Pd), ha ricordato che la legge in Commissione era stata approvata all'unanimità, quindi anche con il voto del M5S e ha richiamato l'attenzione sulla necessità di una legge statale: «Sulle attività già esistenti aspetteremo indicazioni a livello nazionale. Finché il gioco sarà ritenuto legale difenderemo sia il decoro urbano, sia chi può cadere nel gioco patologico, sia l'occupazione di chi opera nel settore. La legge non aumenta neanche di una virgola il numero delle sale giochi sul territorio. Toccare le attività esistenti vuol dire incidere negativamente su imprese che hanno fatto investimenti e sui lavoratori che operano secondo le norme. Dobbiamo garantire legalità, trasparenza e un equilibrio tra lavoro, prevenzione e lotta all'usura».
MF/Agipro
(Nella foto: Luciano Passariello)
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