Attualità e Politica
25/10/2020 | 19:32
25/10/2020 | 19:32
ROMA - “Oggi, anche alla luce dei protocolli sanitari adottati e dei dati che registrano l'assenza di focolai nelle sale dove si svolge il Gioco Pubblico, non troverebbe fondamento una chiusura totale del settore che causerebbe danni irreparabili ad una filiera che contribuisce a oltre la metà del gettito erariale annuo proveniente dal comparto dei giochi pubblici. Crediamo che le limitazioni orarie alle sale gioco, sale bingo e sale scommesse, in linea con quanto previsto per altri esercizi di vendita al dettaglio, siano misure sufficienti per contrastare la seconda ondata di contagi. Facciamo dunque appello alle Istituzioni affinché anche il nostro comparto sia tutelato come altri settori dell'economia”.
Questo il passaggio chiave di una comunicazione inviata poche ore fa da Acadi - Confcommercio, Fiegl – Confesercenti e Sgi - Confindustria in rappresentanza delle circa 70.000 aziende del comparto giochi pubblici, alla Presidenza del Consiglio, al Ministro ed al Sottosegretario dell’Economia e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
“Le nostre realtà – prosegue la nota - in rappresentanza della maggioranza del settore del comparto del Gioco Pubblico in Italia, apprendono con forte preoccupazione le notizie circolate in merito alle misure in promulgazione nelle prossime ore che chiuderebbero tutte le sale da gioco, le sale bingo e le sale scommesse su tutto il territorio nazionale. Decine di migliaia di imprenditori e lavoratori – concludono il Presidente di Acadi - Confcommercio, Geronimo Cardia, il Presidente di Fiegl - Confesercenti, Stefano Papalia e il Presidente di Sgi - Confindustria Stefano Zapponini - hanno già dovuto per mesi far fronte alla grave crisi, da cui ancora non sono usciti, impegnandosi nel dare un servizio di sicurezza sanitaria che va ben oltre i protocolli ufficiali. Una nuova e totale chiusura rischia di essere devastante per aziende e famiglie. Il risultato sarebbe aggiungere crisi alla crisi e consegnare il settore del gioco alle attività illegali”.
RED/Agipro
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