Attualità e Politica
07/04/2021 | 17:06
07/04/2021 | 17:06
ROMA - «Fateci riaprire in sicurezza o chiuderemo per sempre». È questo il grido di allarme che lancia il comparto dell'amusement, il mondo del gioco senza vincita in denaro. A lanciare un sos compatto con un video sono tutte le sigle del settore, Federamusement, Consorzio Fee e Associazione New Asgi Italia. Nel video si chiede a gran voce la riapertura delle attività. In palio, dicono le sigle «c'è la sopravvivenza stessa del settore, seriamente a rischio di chiudere i battenti per sempre». «Fin dalle prime settimane di pandemia - spiega Alessandro Lama, il presidente di Federamusement, la sezione della Confesercenti dedicata al gioco senza vincita in denaro - ci siamo organizzati, facendo investimenti per applicare i più rigorosi protocolli di sicurezza nelle nostre sale, così da poter garantire, appena possibile, il divertimento a bambini e famiglie. Eppure, siamo stati i primi a chiudere e ancora non abbiamo date di riapertura, quando molte attività con protocolli di sicurezza di meno facile applicazione rispetto ai nostri hanno già a più riprese riaperto in questi lunghi mesi di emergenza, secondo un doppiopesismo inspiegabile».
«Rappresentiamo importatori e produttori di giochi quantificabili in circa 1000 addetti e gestori di sale gioco per famiglia: queste in Italia sono circa 1000, danno lavoro a 5000 impiegati diretti e 50mila di indotto, ospitano una media di 10mila persone l'anno ciascuna, incassano un fatturato medio annuo di 250mila euro per esercizio», aggiunge Lama che conclude: «Non facciamo rumore perché, come si può evincere da questi dati, il nostro è un settore che non sposta somme ingenti di denaro e non riguarda numeri enormi di persone. Ma queste migliaia di lavoratori silenziosi e onesti, che rappresentano una nicchia di made in Italy specializzato di qualità e una lunga e felice tradizione di intrattenimento per le nostre famiglie e il nostro turismo, stanno per restare vittima della pandemia per l'indifferenza della politica. Non lasciateci morire: ora riapriamo in sicurezza». RED/Agipro
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