Attualità e Politica
04/04/2023 | 10:37
04/04/2023 | 10:37
ROMA - Definire l’attività dei videogiocatori competitivi all’interno delle definizioni di lavoro sportivo. È questa la proposta avanzata dall’Osservatorio Italiano Esports in occasione dell’audizione in Commissione Cultura della Camera.
L’audizione ha avuto l’obiettivo di aprire un’indagine conoscitiva sulle tematiche relative al lavoro sportivo. É stata anche l’occasione per riunire in un tavolo tecnico diversi esponenti del mondo dello sport italiano, che hanno potuto avanzare proposte ai parlamentari della Commissione sulla Riforma dello Sport in procinto di entrare in vigore.
All’interno di questo contesto, Luigi Caputo, CEO e Founder dell’Osservatorio Italiano Esports, ha portato sul tavolo del dibattito la figura dei pro player. La Riforma dello Sport, infatti, prevede una particolare attenzione al lavoro sportivo, identificando precise modalità che lo definiscono. In questo senso, la Riforma, secondo Caputo, potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per l’inclusione della figura dei pro player all’interno della categoria dei lavoratori sportivi.
Come sottolineato da Caputo durante l’audizione, nella normativa italiana manca una definizione di base della figura professionale dei pro player. Questa lacuna provoca un disorientamento di migliaia di giovani, spesso minorenni, che intraprendono questa carriera, la quale al momento è priva di garanzie normative, fiscali e previdenziali.
Senza un riconoscimento del lavoro dei player, ha sostenuto Caputo, viene bloccata sul nascere la crescita del settore Esports, sia in termini regolamentari che economici. Un riconoscimento della figura dei pro player all’interno della Riforma dello Sport consentirebbe la valorizzazione indiretta anche delle figure professionali che accompagnano l’attività dei videogiocatori come coach, streamer e content creator. La naturale conseguenza sarebbe una crescita degli investimenti degli operatori, che aspettano regole chiare per poter lavorare in sicurezza.
Al di là del dibattito sul fatto se gli Esports debbano essere considerati sport o meno, ha fatto notare Caputo, siamo di fronte a un dato certo: l’attività di giocare in modo competitivo esiste in Italia, e sta progredendo sempre di più in assenza di definizioni e regole. È su questo punto che Caputo ha avanzato la sua proposta di definire l’attività dei pro player come lavoro sportivo, e ha invitato i parlamentari a riflettere su come altri Paesi hanno già colto questa opportunità. Questo riconoscimento secondo Caputo rappresenterebbe un primo e fondamentale passo verso un impianto di regole dedicato agli Esports, auspicato ormai da anni da tutti gli operatori del settore.
Caputo, infatti, ha posto all’attenzione della Commissione gli esempi della Francia e della Repubblica di San Marino, tra i primi stati europei a riconoscere la figura professionale del pro player e a dotarsi di riforme ad hoc sugli Esports.
All’audizione hanno poi partecipato anche gli esponenti dell’Associazione Italiana Calciatori, Associazione Nazionale Atlete, Federazione Italiana Nuoto, Lega Pallavolo Serie A, Federazione Italiana Pallavolo, Istituto Nazionale Tributaristi, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, Collegio Nazionale Maestri di Sci, Federazione Italiana Hockey, AssoDanza Italia e ANIF. Tutti i partecipanti hanno generato un dibattito costruttivo, che ha consentito di raggiungere l’obiettivo di ascoltare le varie anime dello sport italiano e di concertare proposte che valorizzino il movimento sportivo nazionale.
“La partecipazione dell’Osservatorio Italiano Esports all’audizione della Commissione Cultura della Camera segna un passaggio storico per l’intero settore esportivo – commenta Luigi Caputo -. Ci siamo resi portavoce in una sede parlamentare del sentimento sempre più vasto di riconoscimento e tutele per le migliaia di giovani che vogliono rendere la propria passione con i videogiochi un lavoro. Al di là dei dibattiti, bisogna essere presenti in questi tavoli per avanzare proposte costruttive e accendere la luce su un movimento ancora troppo spesso legato a stereotipi negativi e sottovalutato. Questo settore può essere un’importante risorsa per l’Italia, sia in termini economici che sociali. La presenza di OIES al tavolo della Commissione è stato anche un riconoscimento del nostro incessante impegno degli ultimi tre anni per uno sviluppo sano e inclusivo del settore Esports. La nostra proposta sul lavoro dei pro player è ovviamente un primo passo non esaustivo di tutte le lacune di questo mercato. È però muovendo la macchina dai piccoli ingranaggi che riusciremo a pareggiare i progressi degli altri Paesi più avanzati nel gaming”.
RED/Agipro
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