Attualità e Politica
12/11/2018 | 13:16
12/11/2018 | 13:16
ROMA - Gli operatori di gioco non sono contrari alla legge regionale del Piemonte contro il gioco patologico: le perplessità manifestate negli ultimi mesi riguardano solo la norma sul “distanziometro”, da più parti ormai giudicata poco efficace nella prevenzione della ludopatia. Così Massimiliano Pucci, presidente dell’associazione di gestori slot Astro, spiega in una lettera indirizzata a Domenico Rossi (presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Piemonte) cosa ha mosso gli imprenditori del settore a muoversi contro la disposizione sulle distanze minime entrata in vigore un anno fa. «L’associazione che rappresento e gli stessi imprenditori a essa associati non hanno mai contestato l’intero impianto della legge regionale piemontese che riteniamo anzi, per alcuni versi, estremamente avanzata - scrive Pucci - Quello che contestiamo è solo quella norma che è oggi oggetto di esame da parte del Tribunale di Torino». Il riferimento è all’ordinanza del Tribunale piemontese, che la scorsa settimana ha sospeso le sanzioni nei confronti di un imprenditore esprimendo dubbi sulla costituzionalità del “distanziometro”.
Il consigliere Rossi ha poi chiarito a La Stampa che al momento non vi è stato alcun rinvio della norma alla Consulta; secondo Pucci, tuttavia, l’ordinanza del Tribunale offre «importanti spunti di riflessione, a prescindere dalle successive pronunce giurisdizionali». Il provvedimento «ribadisce il dato, ormai inconfutabile, dell’effetto “espulsivo” del distanziometro, dal momento che sul 99,32% del territorio non è possibile installare apparecchi da gioco». Inoltre, il Tribunale «ha sollevato il problema della corretta applicazione, nel caso concreto, di quel “bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco” che deve sempre sovrintendere all’introduzione di regole e limiti ad un attività economica lecita».
Secondo Pucci «non si può porre in dubbio che l’attività del gioco necessiti di regole e di limiti, ma bisogna «approfondire quanto le regole ed i divieti introdotti siano efficaci per la tutela degli interessi che si intendono garantire e se lo siano in misura tale da giustificare il totale sacrificio (la messa al bando, nel caso che ci riguarda) di un intero settore economico lecito». Il presidente Astro ricorda il recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ultimo di una serie di ricerche la cui conclusione è che «la distanza dal luogo di gioco non ha alcun effetto dissuasivo» per il giocatore problematico.
«Credo invece - scrive Pucci a Rossi - che le nostre idee convergano pienamente sugli altri strumenti utili alla prevenzione del GAP: corsi di formazione, controllo della legalità (con riferimento soprattutto al rispetto del divieto al gioco da parte dei minori), introduzione della tessera sanitaria, soluzioni tecnologiche idonee ad impedire l’utilizzo prolungato della slot da parte del medesimo giocatore (alert, congegni a spegnimento automatico e via dicendo). Tutte soluzioni di cui la nostra associazione è da sempre portatrice e che sono state poste all’attenzione anche del legislatore regionale del Piemonte durante la fase di elaborazione del testo normativo. Confido che queste mie riflessioni possano rappresentare l’occasione per un rinnovato dialogo tra le Istituzioni regionali piemontesi e l’intero comparto del gioco - conclude Pucci - finalizzato alla ricerca di soluzioni non ideologiche, condivise, efficaci e che non comportino, come ora, il sacrificio di un intero settore economico». LL/Agipro
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