Attualità e Politica
18/07/2018 | 16:25
18/07/2018 | 16:25
AMSTERDAM - Vietare la pubblicità del gaming rappresenta un serio rischio per la sicurezza dei giocatori. Il messaggio è emerso forte e chiaro all’iGBLive di Amsterdam, happening dell’industria del gioco online, dove quest’anno il caso Italia è finito inevitabilmente sotto i riflettori. A lanciare l’allarme contro il divieto assoluto posto dal Decreto Dignità sono stati diversi “numeri uno” istituzionali del settore gaming, intervenuti alla tavola rotonda organizzata da Gioconews. «La regolamentazione della pubblicità è un’attività che sta molto a cuore a noi regolatori - ha spiegato Charles Coppolani, presidente dell’autorità francese Arjel - Non abbiamo considerato l’idea di vietare completamente la pubblicità del gioco». Secondo Coppolani una tale misura rappresenta «un serio rischio per la sicurezza dei giocatori» rendendo «indistinguibile l’offerta legale da quella illegale».
Dello stesso avviso anche Heathcliff Farrugia, Amministratore Delegato della Malta Gaming Authority. «Ogni Paese deve regolamentare la pubblicità dei giochi in maniera autonoma, perché ci sono delle specificità che riguardano il singolo contesto, come le tipologie di programmi televisivi, le attitudini degli spettatori e così via - ha argomentato - L’idea di introdurre un divieto totale delle promozioni dei giochi appare però pericolosa perché non consente ai consumatori di conoscere le offerte legali costituendo un rischio in termini di sicurezza».
Anche Dan Iliovici, vice presidente dell’associazione Rombet e presidente uscente del National Gaming Office che regolamenta il mercato della Romania, ha sostenuto l’inefficacia di un divieto assoluto della pubblicità dei giochi. «Stiamo seguendo con attenzione quello che sta avvenendo in Italia anche perché in Romania abbiamo vissuto una situazione simile», ha spiegato. «È stato presentato un disegno di legge in Parlamento che chiedeva il divieto totale della pubblicità dei giochi d’azzardo, proprio come in Italia. Solo che è stato accantonato perché ritenuto non meritevole di attenzione. Ma ora temiamo che, leggendo le notizie dall’Italia a qualcuno possa venire in mente di riprovare quella strada». Vietare la pubblicità è del tutto sbagliato e pericoloso, «perché rende indistinguibile agli occhi dei consumatori ciò che è lecito dall’illecito, con enormi rischi per la sicurezza» ha aggiunto Iliovici secondo cui la soluzione sta nel mezzo: «regole sostenibili, chiare e semplici, per il bene dei consumatori ma al tempo stesso sostenibili per le imprese». RED/Agipro
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