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Attualità e Politica

29/05/2019 | 13:30

Giochi in Puglia, Gatta (vicepresidente Cons. Reg.): "No a imboscate politiche, i lavoratori del settore vanno tutelati"

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BARI - «C'è un problema da risolvere, e riguarda la salvaguardia dei lavoratori del settore dei giochi e il relativo indotto. Oggi il tema non è stato affrontato, ma sarà messo all'ordine del giorno per la seduta del 5 giugno. Per quanto riguarda me e il mio gruppo, non ci sono dubbi sull'intenzione di modificare la legge attuale. Ci batteremo affinché passi la proposta di modifica uscita dalla commissione». Lo assicura ad Agipronews Giandiego Gatta (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio Regionale pugliese, al termine di una mattinata caratterizzata dal rimpallo tra le decisioni dell'assemblea e le aspettative dei manifestanti del settore, riuniti davanti al palazzo per protestare contro gli effetti della legge regionale, che in mancanza di modifiche sancisce la chiusura di gran parte dei punti di gioco sul territorio. La proposta citata dimezzerebbe il distanziometro (da 500 a 250 metri), ridurrebbe i luoghi sensibili e salverebbe le attività già esistenti. «C'è anche chi aveva proposto lo slittamento al 13 giugno, proprio a ridosso della scadenza delle licenze. Ma sono manovre da parte di chi non vuole la modifica. Perché in quel caso basterebbe la mancanza del numero legale per decretare la fine delle licenze e la chiusura di tante attività, che invece dovremmo tutelare».

La lotta alla ludopatia non è in discussione, dice Gatta, «ma qualcuno cerca di strumentalizzare il problema. Bisogna invece capire che proprio il venire meno degli operatori legali libera in maniera inquietante fenomeni legati all'illegalità e favorisce l'insorgere di fenomeni patologici». La situazione di oggi deriva secondo Gatta da un errore commesso lo scorso ottobre: «È stato quando il Consiglio Regionale ha bocciato all'ultimo momento una proposta che prorogava le licenze già esistenti fino all'approvazione di una normativa nazionale sui giochi. Se quella proposta fosse passata, oggi non saremmo qui a discutere di una possibile cessazione delle licenze e non avremmo bisogno di un nuovo intervento». Il discorso quindi sfocia nella politica nazionale: «Il riordino nazionale dovrebbe farlo l'attuale governo,  dubito che il Movimento Cinque Stelle voglia farlo davvero. Dubito che i loro principi proibizionisti possano offrire una risposta ai lavoratori del settore».
MF/Agipro

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