Attualità e Politica
03/03/2021 | 10:28
03/03/2021 | 10:28
ROMA - Le indagini sull'operazione "Doppio gioco" - svolte dai militari appartenenti al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania e culminate stamattina con l'esecuzione di 23 provvedimenti cautelari - sono partite dopo una segnalazione di operazione sospetta e hanno riguardato il sistema di illecita raccolta e gestione delle scommesse sportive on line, oltre che delle attività volte al riciclaggio dei relativi proventi. In particolare, è stato accertato che l'organizzazione criminale ha in primo luogo ideato su internet un’apposita piattaforma di gioco (denominata “RAISEBET24.COM”), non autorizzata a operare in Italia, attribuendone la proprietà a una società maltese, per occultare il legame con il territorio nazionale e le connessioni con la criminalità organizzata. È stata poi organizzata, sempre a cura dell’associazione criminale, la illecita raccolta di scommesse “da banco” sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie, collegate, quali centri di trasmissione dati, alla predetta piattaforma di gioco: al riguardo, le indagini hanno permesso di accertare che solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate è stata effettuata in presenza e pagate in contanti. L’analisi dell’operatività del sito internet - verso cui affluivano tutte le puntate - ha permesso di evidenziare che il totale della raccolta delle scommesse è stata di 32 milioni di euro, mentre la società maltese, che in realtà ha operato come stabile organizzazione sul territorio nazionale, ha evaso le imposte sui redditi per oltre 30 milioni di euro. Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie sul territorio nazionale, e i proventi dell’evasione, complessivamente pari a oltre 62 milioni di euro sono poi affluiti nei conti della società maltese e, da lì, ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia-Romagna) e in Germania. A tale riguardo, molto importanti sono risultati i riscontri effettuati dai militari del Nucleo PEF di Catania, che hanno consentito, tra l’altro, di sottoporre a sequestro quasi 180 mila euro in contanti, occultati nel doppio fondo di un’autovettura.
Più in dettaglio, si legge nella nota della Gdf, sono state disposte misure personali restrittive nei confronti di 23 soggetti (di cui 12 destinatari di custodia cautelare in carcere, 2 destinatari degli arresti domiciliari e 9 della misura interdittiva dell’esercizio dell’attività commerciale), indagati a vario titolo per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio. È stato inoltre sottoposto a sequestro il rilevante patrimonio dell’associazione: disponibilità finanziarie, disponibili su conti correnti in Italia, Malta e Polonia, per un valore di 62 milioni di euro; fabbricati e terreni in Emilia Romagna e Puglia; una società in Germania, operante nel settore della ristorazione, per un valore complessivo di 80 milioni di euro. L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza volte al contrasto sotto il profilo economico-finanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale, e di partecipazione al capitale di imprese sane, in un periodo di maggiore difficoltà economica. RED/Agipro
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