Attualità e Politica
20/04/2016 | 12:58
20/04/2016 | 12:58
MILANO - «Abbiamo creduto nel mercato italiano fin dai suoi albori e abbiamo sempre fatto nostro l’approccio del gioco responsabile come pilastro di social responsability, anche con collaborazioni con università e con studi mirati a comprendere meglio le dinamiche del giocatore compulsivo». A parlare è Moreno Marasco, country lead bwin Italia, durante il convegno organizzato dall’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano. «Volevamo posizionare il gioco in un ambito più ampio delle dipendenze. E’ così che si costruisce un modello di business sostenibile per l’operatore: a prescindere dalla tutela del consumatore e dei minori, stiamo anche parlando di azioni che tutelano la sussistenza del business». Rispetto ai primi anni del mercato italiano del gioco, Marasco osserva che «lo scenario è mutato in maniera radicale, sono state introdotte diverse modalità di gioco ed è cambiato anche l’approccio alla regolamentazione, che ora è più appetibile. Abbiamo osservato che alcune fondamenta sono rimaste invariate, come la base utente attiva delle scommesse - continua - Si tratta di un punto in controtendenza con la crescita del casinò molto preponderante, ma anche con la decrescita del poker e dei giochi che richiedono una spesa di tempo oltre che economica. I giocatori vogliono qualcosa che sia rapido, è uno dei punti fondamentali della strategia degli operatori».
Sul mercato delle scommesse Marasco evidenza che «nonostante le innovazioni di prodotto - un palinsesto complementare ora quasi totale - resistono alcune complicazioni normative dettate da un decreto scritto 10 anni fa. Ci troviamo ancora in situazione di gap con il mercato nero e rivolgiamo un invito a riprendere in mano la regolamentazione delle scommesse in un’ottica di rinnovamento e flessibilità, alla ricerca della chiusura del gap con operatori paralleli». Marasco chiude sulla stretta alla pubblicità: «L’obiettivo di tutti è certamente preservare la legalità e i consumatori, ma bisogna dire che gli operatori online hanno difficoltà a comunicare l’offerta, anche in relazione a società che operano in una zona “grigia”. La stretta diventa un ostacolo all’espansione del mercato legale, potrebbe frenare l’arrivo di nuovi operatori che per ora rimangono nel mercato parallelo. Uno dei benefici del mercato legale è distinguersi da quello illegale tramite la pubblicità dell’offerta». LL/Agipro
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