Attualità e Politica
20/02/2020 | 11:14
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ROMA - Un «errore scusabile» commesso in buona fede non può comportare l’esclusione dall’albo degli operatori slot. Lo ha stabilito il Tar Calabria accogliendo il ricorso della società Brm sas, cancellata dall’elenco in seguito a un provvedimento dei Monopoli. Al momento del rinnovo dell'iscrizione, nel 2019, l'Amministrazione aveva rilevato il mancato versamento della quota prevista di 150 euro. In base a tale mancanza, per la società era stata disposta la cancellazione dell'elenco, così come previsto dalle norme sull'elenco operatori. Tuttavia, scrive il Tar nella sentenza, «il regolamento risulta disapplicabile per palese violazione del principio di di proporzionalità nella parte in cui fa conseguire la cancellazione per mancato versamento di appena 150 euro a fronte di attività abilitate per centinaia di migliaia di euro, senza disciplinare puntualmente la facoltà di regolarizzazione». Proprio la possibilità di regolarizzare la posizione è una delle novità previste dal nuovo Registro unico degli operatori, istituito con la legge di bilancio 2020. Nel caso della Brm, i giudici hanno inoltre rilevato che «avvedutasi del provvedimento di cancellazione, ha nello stesso giorno e, dunque, nel corso dell’anno di durata dell’iscrizione, provveduto al pagamento “in ravvedimento”». Tale pagamento è quindi da ritenere «giustificabile per errore scusabile alla luce della procedura telematica di rinnovo e tenuto conto del costante versamento degli anni precedenti dell’importo da parte della società». LL/Agipro
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