Attualità e Politica
09/06/2020 | 12:34
09/06/2020 | 12:34
ROMA – Si avvicina la scadenza di agosto e, nella provincia di Trento, molte delle slot ancora spente per il lockdown rischiano di accendersi solo per pochi giorni, prima che gli effetti della locale legge anti-ludopatia ne provochino la definitiva rimozione. In mancanza di un intervento in extremis, tutti gli apparecchi installati all'interno di bar e tabacchi posti a meno di 300 metri dai luoghi sensibili saranno ritenuti fuori legge. Nei giorni scorsi si è tenuta una movimentata audizione davanti alla Commissione Politiche Sociali e Sanità, nella quale sono emerse posizioni antitetiche. Prevedibile l'atteggiamento delle associazioni del terzo settore, favorevoli all'applicazione della legge. Scontata anche l'opposizione delle rappresentanze degli operatori, che hanno chiesto una proroga di due anni, così come i rappresentanti di esercenti di bar e tabacchini. Da segnalare, invece, la posizione del presidente della Commissione, Claudio Cia (Agire): «La storia dimostra – ha detto - che il proibizionismo ha sempre generato illegalità». La sua proposta di formare un gruppo di lavoro interno per valutare eventuali proposte di modifica della legge è stata però respinta dai consiglieri di minoranza.
Presente all'audizione anche un rappresentante dei Monopoli, Luigi Riverso. Ciò che maggiormente preme all'Amministrazione, ha spiegato, è che i giochi siano legali. E che, se rimossi, non siano sostituiti da giochi illeciti. Giusto quindi per l’Agenzia tutelare le fasce più deboli, ma l’obiettivo verrebbe meno se prendessero piede le offerte illegali.
Per Confesercenti Aldi Cekrezi ha osservato che la normativa nazionale ha permesso alle imprese come bar, sale giochi e tabacchi di investire sugli apprecchi e di assumere personale. E ha ricordato che vi sono bar nei quali il 30-35% del fatturato complessivo deriva dalle slot e che con queste entrate gli operatori pagano l’affitto e altri costi fissi come i dipendenti.
L'aspetto occupazione, però, un po' a sorpresa, non è stato considerato dai sindacati, intervenuti con Andrea Grosselli della Cgil e Michele Bezzi della Cisl. Grosselli ha chiesto l'appplicazione della legge, preoccupandosi per eventuali abusi nell’utilizzo degli apparecchi. La perdita di posti di lavoro, ha affermato, potrebbe diventare sostenibile grazie agli aiuti pubblici della Provincia e grazie alla ripresa del mercato del lavoro dopo la pandemia. La Provincia dovr prevedere anche misure di sostegno alle imprese costrette a rimuovere i giochi dai locali. Anche Bezzi della Cisl si è detto favorevole alla legge, sostenendo che i lavoratori dei pubblici esercizi e dei tabacchi andrebbero aiutati a trovare un altro impiego attraverso appositi corsi di formazione.
L'assessore al Commercio Failoni, presente a gran parte delle audizioni, si è impegnato a comunicare al più presto alla Commissione la posizione maturata dalla Giunta sull’argomento. Una volta acquisito il parere dell’esecutivo, la Commissione deciderà se proseguire con approfondimenti o chiudere il punto.
MF/Agipro
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