Attualità e Politica
07/01/2023 | 16:30
07/01/2023 | 16:30
ROMA - L’Agenzia delle Dogane, seguendo le indicazioni di Corte dei Conti e Ragioneria Generale dello Stato, chiede ai concessionari di scommesse – di ogni genere, sia retail che online: sportive, virtuali, ippiche, a interazione diretta tra giocatori – gli arretrati del prelievo dello 0,5% introdotto dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, durante il lockdown. E’ quanto prevede la determina del 5 gennaio, firmata dal Direttore generale Minenna in autotutela e pubblicata ieri. Il provvedimento, apprende Agipronews dall’industria, sarà certamente impugnato davanti ai tribunali amministrativi. La tassa era destinata unicamente al sostegno dei lavoratori dello sport di base, duramente colpiti dalla pandemia, e prevedeva un contributo complessivo di 40 milioni nel 2020 e di 50 milioni nel 2021. L’interpretazione era condivisa in pieno dall’Agenzia delle Dogane, al punto che – in una lettera inviata agli operatori a ottobre 2021 – il Direttore spiegava che «che nel mese di agosto è stato raggiunto il limite massimo di 50 milioni di euro previsto per l’anno in corso» e che quindi «per l’ultimo quadrimestre 2021 non sono dovute somme da accantonare». Nell’anno precedente, il 2020, il “tetto” era stato raggiunto a novembre, quindi (apparentemente, solo apparentemente) nessuna cifra era dovuta a dicembre dallo 0,50%.
Ora la marcia indietro, che la determina di Adm spiega – nelle premesse - con un’interlocuzione con la Ragioneria dello Stato: “Il limite massimo di 40 milioni di euro per l'anno 2020 e 50 milioni di euro per l'anno 2021 non si riferisce alla misura massima delle somme dovute dai soggetti passivi del prelievo bensì alla parte di prelievo destinata ad alimentare il "Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale". Insomma, sembra di capire che il prelievo sulla raccolta dovesse essere versato interamente e per tutto il periodo previsto (da maggio 2020 a dicembre 2021) e che successivamente una parte di esso sarebbe stata girata al Fondo Salvasport. Ma i tempi per una retromarcia del genere sono congrui? Secondo esperti interpellati da Agipronews, se il prelievo ha natura fiscale, il termine per richiedere le somme è 5 anni, mentre il codice civile stabilisce un termine generale di 10 anni. E inoltre ci si chiede: Adm può revocare una propria determina dopo così tanto tempo? La legge 241 del 1990 stabilisce che un atto ritenuto illegittimo (come questo, evidentemente) può essere annullato d’ufficio entro “un tempo ragionevole” e comunque al massimo “entro 12 mesi”. La precedente determina di Adm è dell’8 gennaio 2022, ecco perché i Monopoli si sono affrettati a far uscire il provvedimento nelle ore della Befana.
Per gli operatori, sarebbe un colpo basso: essendo un decreto retroattivo, va a incidere inevitabilmente su situazioni economiche e patrimoniali ormai consolidate e su bilanci già approvati. Impossibile ormai trasferire il maggior costo derivante dal “nuovo” 0,5% – almeno in parte – sui giocatori. Insomma, l’unico prelievo imposto dal Governo ad una categoria economica durante il lockdown – voluto e firmato dall’ex ministro allo Sport, Spadafora - si conferma un capitolo nero per l’industria del betting, che porterà Adm in tribunale.
NT/Agipro
Foto credits Brian Turner CC BY 2.0
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