Attualità e Politica
14/03/2023 | 15:12
14/03/2023 | 15:12
ROMA – La legge sul riordino del settore del gioco “vale miliardi di euro” e non può essere portata a termine senza il coinvolgimento di “tutte le parti della filiera”, a partire dalle associazioni che devono essere “unite” per presentare proposte condivise. Lo ha detto Massimiliano Pucci, presidente di As.tro, durante il convegno 'Il ruolo strategico della distribuzione territoriale e della filiera nel sistema concessorio italiano. Emergenza Marche e non solo” organizzato da SAPAR nell’ambito di Enada Rimini. La bozza della delega fiscale sul riordino, però, appare ancora alle prime battute, il lavoro da fare è molto. “C'è tutto e il contrario di tutto – ha detto Pucci - ma ci sono sicuramente dei principi condivisibili. Dobbiamo creare un tavolo tecnico, con tutte le parti in causa: associazioni, terzo settore, enti locali, territori”. Una riforma attenta e fatta bene, secondo Pucci, può “fare bene alla politica e a tutto il nostro settore. Ci giochiamo 70-80 miliardi e 150 mila posti di lavoro nei prossimi anni, mi auguro che nel 2023 si apra la discussione sul riordino. Siamo ancora esclusi in gran parte dalle discussioni sull'economia. Una discussione condivisa da tutte lòe parti in causa sarebbe il miglior punto di partenza per un riordino attento alle esigenze indicate nella bozza della delega. C'è tanto lavoro da fare”. “La riforma deve comprendere aspetti erariali, tutela dei consumatori, legalità: non vedo come questi obiettivi possano essere centrati se si dovesse procedere all’abolizione dell’offerta dai generalisti. Se ciò dovesse accadere, faremmo un danno all’erario, non risolveremmo il tema della ludopatia visto che nei bar il gioco è “light” e – infine – faremmo un enorme regalo alle organizzazioni criminali, che avrebbero 80mila punti vendita da aggredire. E’ il punto che mi preme di più, come se volessimo sconfiggere l’usura e chiudessimo le filiali bancarie”, ha aggiunto. Il settore "esiste sui territori, in tutta Italia. Il lavoro a Roma non basta. Abbiamo fatto 174 interventi in un anno sulle normative locali, da Aosta alla Sicilia", ha concluso.
RED/Agipro
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