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Attualità e Politica

13/12/2023 | 14:30

Giochi, As.Tro risponde al Codacons: “Inquietante combattere con denunce penali le leggi dello Stato che si ritengono ingiuste”

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Giochi As.Tro risponde al Codacons: “Inquietante combattere con denunce penali le leggi dello Stato che si ritengono ingiuste”

ROMA - “Sarebbe inquietante, oltre che velleitario da un punto di vista giuridico, assistere all’utilizzo della denuncia penale per combattere le leggi dello Stato che si ritengono ingiuste”. Lo scrive l'avvocato Massimo Piozzi di As.Tro, associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito, commentando la notizia degli esposti presentati alla Procura della Repubblica di Roma, da parte del Codacons e dall’associazione Articolo 32. La denuncia riguarda “il proliferare delle sale slot sul territorio italiano e i relativi riflessi sulla salute dei cittadini, chiedendo di accertare le relative responsabilità in capo alla P.A. che ha l’obbligo di reprimere condotte illecite e tutelare la salute della popolazione”. Dopo che la Procura di Roma, non avendo riscontrato elementi utili a configurare ipotesi di reato, aveva chiesto l’archiviazione, il GIP, accogliendo l’opposizione presentata dal Codacons, ha imposto alla Procura di disporre nuove indagini.

“Dal momento che l’autorizzazione all’apertura delle sale giochi viene rilasciata dai Comuni e, in determinati casi, anche dalle Questure, previo accertamento di una serie di presupposti previsti dalle leggi statali e regionali – prosegue Piozzi -, siamo portati a ritenere che gli esposti del Codacons debbano necessariamente riferirsi a specifiche condotte  penalmente rilevanti ascrivibili a singoli dirigenti comunali o singoli funzionari delle Questure, eventualmente da individuare, che avrebbero consentito l’apertura di determinate sale da gioco in assenza dei necessari requisiti previsti dalla legislazione di settore”. L'ipotesi di reato “rientrerebbe però nella categoria dei reati contro la Pubblica Amministrazione e nulla avrebbe a che vedere con la categoria dei reati contro la salute pubblica”.

“Parlare di una responsabilità generale della P.A. nell’aver provocato la diffusione della dipendenza da gioco – si legge nel comunicato - facendo leva sull’esistenza di eventuali comportamenti illeciti di singoli funzionari nell’esercizio dei poteri amministrativi loro attribuiti, rappresenterebbe una forzatura giuridica inaccettabile. Occorre, infatti, non perdere mai di vista il principio che la responsabilità penale è personale”.

L'avvocato Piozzi conclude con un'osservazione: “Fatichiamo a comprendere - afferma - le ragioni per cui quei settori della politica e della società civile contrari all’esistenza di un gioco regolamentato anziché far leva sulla loro ampia e trasversale rappresentanza presente in Parlamento per proporne l’abolizione, continuino ad affrontare la questione portando avanti iniziative velleitarie o surrettizie che finiscono per far degradare a livello di mero folclore ideologico l’importante tema della prevenzione e della cura della dipendenza da gioco”.

RED/Agipro

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