Attualità e Politica
08/03/2024 | 16:58
08/03/2024 | 16:58
ROMA - L’Inter potrà firmare l’accordo con il sito di intrattenimento Starcasinò.sport. È quanto conferma - in un’intervista esclusiva concessa ad Agipronews - il commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), Massimiliano Capitanio. “Il sito è di intrattenimento sportivo, finché resta tale non mi sembra rientri nella fattispecie vietata dal Decreto Dignità, basta che rispetti quanto previsto dalle linee guida Agcom”, ha detto Capitanio, aggiungendo che “Già dalle prime istruttorie in tema di divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, l’Autorità ha stabilito che la normativa non è violata se non c'è alcun riferimento al gioco ai sensi delle linee guida, nel sito di informazione non figurano elementi, loghi e grafiche che possono configurare una pubblicità indiretta del relativo bookmaker e spingere in qualche modo l’utente a giocare”.
Il mondo sportivo – e non solo – spinge per allentare il decreto Dignità, in modo da consentire alle aziende del gaming di sponsorizzare almeno società sportive ed eventi. Naturalmente, solo con il proprio marchio e senza alcuna forma di incentivo o promozione (come già avviene in altri paesi) di forme di gioco. Capitanio chiarisce che “Le leggi le fa il Parlamento, l’Agcom è solo chiamata ad attuarle e ad indicare al decisore le eventuali criticità. Già nel 2019, l’Autorità ha sottoposto al Governo una segnalazione in cui evidenziava alcuni aspetti problematici della norma e auspicava un intervento di riforma della materia. Ritengo che quelle valutazioni siano ancora condivisibili soprattutto per quanto riguarda la poca proporzionalità del sistema sanzionatorio che limita molto il potere dell’Autorità nel modulare il “peso” della sanzione visto che il minimo comminabile è uguale per tutti ed è un valore molto alto: 50.000 euro. Pertanto, secondo la norma una piccola sala giochi che affigge un cartellone, magari di misura ridotta e nei pressi dell’ingresso, è sanzionabile come una società il cui core business è produrre video promozionali del gioco d’azzardo, diffusi anche sulle grandi piattaforme online”.
Il tema della riconoscibilità delle forme di gambling legale è tornato prepotentemente di attualità a causa di numerose recenti inchieste della magistratura, che hanno svelato la presenza di operatori illegali di gioco, sia in rete che nel territorio. In un quadro del genere e con il divieto di pubblicità, il consumatore rischia di non essere in grado di distinguere l’offerta autorizzata dallo Stato da quella non autorizzata. “Nella segnalazione al Governo di qualche anno fa, sono evidenziati dei profili che l’Agcom ha ritenuto importanti per indirizzare il processo di riforma del sistema e il primo punto sottolinea la necessità che la norma garantisca la conoscenza e la consapevolezza del gioco legale. Inoltre, è stata sottolineata l’opportunità di non prevedere un divieto assoluto di pubblicità, ma di imporre il confezionamento di un messaggio che possa indirizzare l’utenza verso il gioco legale e comportamenti responsabili di gioco. Inoltre, sempre nella segnalazione, si sottolineava l’importanza di modulare il divieto a seconda che si trattasse di pubblicità di giochi tipicamente di azzardo, quindi maggiormente soggetti alla compulsività e meno controllabili, o di skillgame in cui rileva, invece, la componente di abilità”. Il futuro è sempre più online, anche nel gioco. Ovvio dunque che le pratiche scorrette proprio in rete vadano a nascondersi. Piattaforme video, influencer, tipster, chat telefoniche – come emerge chiaramente anche dalle sanzioni irrogate recentemente – sono al centro dell’azione di vigilanza di Agcom. “L’attività è molto eterogenea per via della portata ampia del divieto – afferma il Commissario Agcom - le istruttorie vengono aperte o dietro segnalazione, anche della Guardia di Finanza, oppure a fronte della vigilanza degli Uffici dell’Autorità. In quest’ultimo caso, ovviamente, ci si concentra sulle condotte più rilevanti ed è chiaro che le pubblicità su internet, anche effettuate tramite le grandi piattaforme social o di condivisione video, devono essere contrastate più efficacemente. Ciò che auspico è sicuramente una maggiore collaborazione di queste piattaforme, che dovrebbero adottare policy più stringenti per evitare la diffusione di pratiche che, molto spesso, sono in palese violazione della norma”.
NT/Agipro
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