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Attualità e Politica

10/04/2020 | 15:46

Astro e Acmi, proposte al Governo per salvare il gioco legale: via gli aumenti del Preu, pagamenti rinviati e sollecita riapertura delle sale giochi

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ROMA - Annullamento dei recenti aumenti del Preu, spostamento al 30 settembre dei pagamenti del prelievo erariale, inclusione delle sale giochi e dei bar nel novero delle attività prossime alla riapertura: sono le proposte che As.tro ed Acmi porteranno all'attenzione del Governo in vista delle prossime misure riguardanti la ripresa economica post coronavirus. Il presupposto da cui parte il documento firmato dai i presidenti Massimiliano Pucci (Astro) e Roberto Mazzuccato (Acmi) è la convinzione che «la conservazione del comparto del “gioco pubblico legale” possa apportare un importante contributo all’obiettivo generale di conservazione della base imponibile dello Stato».Tale contributo può concretizzarsi sotto diversi aspetti: «la conservazione dei livelli occupazionali con il conseguente sostegno ai consumi; il completamento degli investimenti richiesti dai provvedimenti normativi di fine 2019, appena avviati prima della crisi in corso; il mantenimento della certezza che l’erario possa continuare a beneficiare di un gettito erariale proveniente dal settore del gioco legale, il quale ha rappresentato, fino all’inizio di questa emergenza, una delle voci più cospicue e certe del bilancio dello Stato». Parallelamente, spiega il documento, non va sottovalutato il contributo del “gioco pubblico” come presidio di legalità. «Importanti magistrati, in prima linea nella lotta contro le mafie, stanno lanciando segnali d’allarme sulla concreta possibilità che la criminalità organizzata possa approfittare di questo momento di crisi per “accaparrarsi”, in tutti i settori, le imprese messe in ginocchio dalle ricadute economiche dell’emergenza epidemiologica in corso».

«Aumenti insostenibili» - Di qui, un «accorato appello, rivolto allo Stato, affinché vengano salvaguardate le imprese legali». In particolare gli operatori del settore degli apparecchi da intrattenimento (la cui attività è completamente sospesa ormai da un mese), «devono essere messi in condizione di ripartire potendo far leva sulla liquidità necessaria per affrontare una ripresa che sarà lenta e graduale e, probabilmente, destinata a trovare il proprio equilibrio su valori inferiori e distanti da quelli pre-crisi».

Quindi, vengono illustrate le tre richieste, a partire dall'annullamento degli aumenti del Preu disposti con l’ultima legge di bilancio, «pensati per un contesto economico “normale” e, quindi, non più compatibili e sostenibili nell’attuale situazione di eccezionalità.Tanto più che tali aumenti erano stati accompagnati da una riduzione del pay out, pensata dal legislatore proprio per ammortizzarne l’impatto, di cui però gli imprenditori non possono beneficiare non essendo possibile completare l’aggiornamento degli apparecchi, proprio a causa del sopraggiunto stato di emergenza».

«Versamenti da spostare al 30 settembre» - In secondo luogo, «lo spostamento in avanti della data di pagamento del PREU relativo ai periodi contabili per cui è stata prevista la sospensione con l’art. 69 del D.L. 18/2020 e un ampliamento temporale della facoltà di rateizzazione.La data per il pagamento è ora fissata al 29 maggio 2020, ma il protrarsi della attuale situazione di emergenza rende poco probabile che gli imprenditori del settore riescano a rispettare tale scadenza, a meno di non dover rinunciare definitivamente alla riapertura delle loro attività». Si propone, pertanto «che il termine per il versamento degli importi sospesi venga fissato non primadel 30 Settembre, e che da questa data parta la facoltà di rateizzazione per gli adempimenti dell’intera filiera, così come era previsto dalla disposizione originaria».

«Riaprire subito» - La terza proposta è l'inclusione di sale giochi e bar nel novero delle attività oggetto dei primi provvedimenti di “riapertura”. «Quanto emerge dalle indiscrezioni di stampa, secondo cui le sale giochi e pubblici esercizi sarebbero inserite tra le ultime attività a poter ripartire, oltre a non tener conto - vista la natura di tale attività – della possibilità che un eccessivo prolungarsi della chiusura ne determinerebbe la “morte” economica, non tiene conto che le sale giochi già da tempo soggiacciono a limiti sulcontingentamento degli spazi». Al riguardo, Astro e Acmi fanno riferimento all’obbligo di selezione all’ingresso: «Si tratta di una misura pensata per evitare l’accesso dei minori ma che ora può essere facilmente riadattata a contingentare gli ingressi. Quello che qui si vuole sottolineare è che gli operatori del gioco sono forse gli imprenditori più abituati a convivere con l’obbligo di contingentare gli spazi e le persone». Limiti al contingentamento degli spazi e alla distanza tra gli apparecchi riguardano anche le attività di gioco collocate presso i pubblici esercizi, «la cui riapertura non può essere ragionevolmente rinviata ai tempi lunghi di cui si parla. In gran parte dei casi si tratta di attività a gestione familiare per cui l’incasso giornaliero rappresenta l’unica fonte di sostentamento. Come segnalato dalla gran parte delle associazioni di categoria, l’ulteriore prolungamento della chiusura forzata dei bar potrebbe determinare la definitiva cessazione dell’attività per più del 50% di quelli esistenti prima della crisi».

Le misure proposte mirano anche ad offrire un contributo alla tenuta degli esercizi commerciali presso cui sono installate le AWP, come bar e tabaccherie, per i quali gli apparecchi rappresentano spesso una rilevante fonte di reddito. In questo quadro, l'aumento delle imposte sul gioco non avrebbe altro effetto che desertificare il settore e influire negativamente sugli esercizi pubblici che ospitano gli apparecchi. Senza contare il rischio che anche le misure proposte «possano essere vanificate dalle difficoltà derivanti dalle note limitazioni introdotte dalle regolamentazioni regionali e comunali e dagli ostacoli all’accesso al credito registrati negli ultimi periodi».

Questi temi, concludono Astro e Acmi, assumono ora un carattere di priorità e richiedono valutazioni ed interventi in tempi brevi, anche a prescindere dal riordino del settore del “gioco pubblico” di cui comunque si sente l’assoluta necessità».

RED/Agipro


 

 

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