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Attualità e Politica

19/10/2020 | 17:45

Coronavirus, Ughi (Obiettivo 2016): "Nel Dpcm decisioni incomprensibili, manca la giusta definizione del ruolo dei giochi"

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 Coronavirus Ughi (Obiettivo 2016): Nel Dpcm decisioni incomprensibili manca la giusta definizione del ruolo dei giochi

ROMA - «Quello che mi risulta incomprensibile è come mai il settore non possa avere un'audizione preventiva con l'attuale Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane, che ha evidenziato una buona relazione con il Governo». Esordisce così Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, commentando ad Agipronews le nuove misure anticontagio del nuovo Dpcm del Governo emanato ieri. «Per i negozi di scommesse incide poco - prosegue Ughi -, chiudere alle 21 non è un grande danno, ma lo è per le sale bingo (che in quelle ore lavorano molto) e alcune sale giochi (slot e Vlt) che magari hanno una maggiore affluenza in quegli orari».  

E continua sempre sugli orari di apertura e chiusura delle attività: «Quando si fanno questi provvedimenti io mi domando: ma il Direttore di Adm è stato consultato? L'impressione è che alcune informazioni di dettaglio non siano state assunte da parte del Governo. Dalle 21 alle 24 le attività di gioco non producono assolutamente contagio. Anzi. Sono i luoghi meglio organizzati, dove si attuano le decisioni prese dal Governo, integrate da norme più restrittive di Adm. Il che vuol dire che sono già riorganizzati in maniera puntuale, competente e precisa dal regolatore. Se si ha questa attenzione perché non deve essere consultato il regolatore? Qualora invece sia stato consultato, non è stato fatto un buon provvedimento per quanto riguarda le sale bingo» aggiunge ancora Ughi. «Dalle 21 alle 24 posso entrare in un bar per fare una scommessa qualsiasi, mentre non posso farlo all'interno di un negozio dove è organizzato perché chiuso. Quello che lamento è che in questo momento manca la giusta definizione del ruolo dei giochi» insiste l'amministratore unico di Obiettivo 2016. 

Non manca una battuta sulla decisione di Attilio Fontana di chiudere agenzie di scommesse, sale slot e Bingo in Lombardia fino al 7 novembre. «Ci dispiace dover subire così il provvedimento. È una decisione infondata. La Lombardia ha pubblicato un’ordinanza che nulla ha a che vedere con la diffusione del virus. Non è che il virus viene diffuso tramite agenzie di scommesse, sale giochi o bingo. Assolutamente no. Quella della Lombardia è una decisione priva di senso, rispetto all'obiettivo che si vuole prefiggere. Fino a che non ci sarà una revisione del regolamento del settore giochi e fino a che gli enti locali non beneficeranno delle somme che da esso provengono ci sarà sempre questa problematica», conclude Ughi. FT/Agipro

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