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Attualità e Politica

05/12/2016 | 16:05

Giochi, Astro: “Dopo il referendum si pensi al Paese, e ai 120mila addetti del settore”

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Astro referendum

ROMA - L’agenda istituzionale nel giorno dopo il referendum costituzionale «è fitta di nuovi impegni e appuntamenti, ma le imprese di tutto il Paese, di gioco lecito comprese, hanno sempre gli stessi quotidiani adempimenti, tra i quali il pagamento degli stipendi dei dipendenti a fine mese e le rate dei prestiti». E’ quanto si legge in una nota l’associazione Astro, che sottolinea come al netto dell’esito referendario resta intatto «il calendario dei “game over” fissato dalle normative locali», che prevedono «la rimozione forzata degli apparecchi da gioco lecito (ma solo lecito)» tramite l’applicazione delle distanze minime dai luoghi sensibili.

«Liguria, 30 marzo 2017, dopo 9 mesi toccherà al Piemonte - si legge nella nota di Astro - e a seguire, nel 2018, Abruzzo, Puglia, Toscana, mentre Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna, manterranno fino al 2022 quella parte di locali che riusciranno a non dover cedere o trasferire l’azienda, ovvero a mantenere lo stesso contratto col concessionario. Nel frattempo, città come Napoli, Firenze, e a breve Roma, perseguono la desertificazione della legalità nel gioco, imponendo orari di esercizio che non coprono i costi operativi delle aziende autorizzate».

Una «roadmap di fallimenti-licenziamenti così “scientemente” scritta e difesa dalla politica di tutti i colori possibili ed immaginabili», per un settore che conta su 120mila addetti, ma che «non ha partiti amici, né referenti privilegiati, né interlocutori preferiti», mentre «ha migliaia di stipendi che presto non potrà pagare, ha migliaia di location che presto dovrà abbandonare (svilendo il valore immobiliare di intere città), ha centinaia di milioni di euro di affidamenti bancari (in una quindicina di istituti) che si volgono all’inevitabile deterioramento», ma soprattutto ha una “concorrenza” rappresentata dal gioco illegale «già pronta a far ripiombare il Paese nella stessa situazione in cui si trovava prima del 2004, con 800.000 videopoker gestiti clandestinamente». La riforma del gioco lecito è stata delineata nelle ultime due leggi di bilancio, ma l’unico cambiamento prodotto - conclude la nota di Astro - è stato «un indebolimento delle imprese per oltre 2 miliardi di euro, con precarizzazione della condizione per migliaia di imprese e migliaia di addetti».

RED/Agipro

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