Attualità e Politica
06/05/2025 | 17:03
06/05/2025 | 17:03
ROMA – Ancora poche ore per capire le sorti del bando di gara per il gioco online. Si terrà domani 7 maggio al Tar Lazio un’udienza in cui si discuterà l’ipotesi di un’eventuale sospensione della procedura. La richiesta arriva da diversi concessionari che contestano alcuni punti della determina di gara dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 2024. La sospensione del bando rallenterebbe il completamento del riordino del settore online, dettato da un decreto legislativo, le cui nuove regole entreranno in vigore proprio con le nuove concessioni in fase di rilascio. In caso di accoglimento dei ricorsi, ci sarebbe anche un pesante danno erariale dovuto al mancato incasso delle somme previste per il rilascio delle concessioni: il Mef stima che potrebbero arrivare 50 richieste: a 7 milioni di euro l’una, fanno 350 milioni di euro di nuove entrate. L’Agenzia delle Dogane - scrive l’Avvocatura dello Stato nella memoria depositata al Tar Lazio e che Agipronews ha potuto leggere – risponde punto per punto alle osservazioni dei ricorrenti, a partire dall’eccessiva onerosità delle principali condizioni economiche del bando, che determinerebbe una restrizione all’accesso al mercato: l’una tantum di 7 milioni di euro, unitamente al canone annuo del 3% del margine netto e alla garanzia provvisoria di 750mila euro. Secondo Adm, “sia l’ammontare dell’una tantum che la percentuale del canone sono state stabilite dal legislatore” e “non dall’Agenzia”. Senza contare che il gioco online è in continua crescita: dal 2020 al 2024 la raccolta ha registrato un incremento dell’87%, con un +15% solo nel 2024. Adm precisa inoltre, in merito agli indici di solidità patrimoniale contestati anch’essi dai ricorrenti, che “il livello di rischio del gioco online non è trascurabile e pertanto risulta necessario e imprescindibile affidare la gestione della concessione a soggetti dotati di solidità patrimoniale. Solo in questo modo si può prevenire qualsiasi ipotesi di insolvenza che possa mettere a repentaglio i fondi dei giocatori e la credibilità del sistema concessorio”.
Altro punto contestato dai concessionari riguarda la regolazione dei Punti vendita ricariche (Pvr). In un’altra causa, il Consiglio di Stato aveva accolto le richieste cautelari degli operatori fissando l’udienza all’11 dicembre 2025. Secondo Adm, “gli effetti delle decisioni di primo grado operano nei limiti stabiliti dalle sentenze stesse e, quindi, non involgono l’efficacia e la validità della nuova disciplina rispetto alle concessioni da assegnare con la gara”. Non appare quindi “sostenibile” che un contenzioso relativo a un differente provvedimento dell’Agenzia, concernente aspetti secondari del rapporto concessorio che si andrà ad instaurare (le nuove regole per i Pvr, ndr), “possa determinare il blocco di una procedura ad evidenza pubblica di rilevante interesse generale per il riordino del comparto”. Altro aspetto contestato riguarda la devoluzione all’Erario delle somme depositate sui conti di gioco per un periodo pari o superiore a tre anni. Tale disposizione, tuttavia, è già prevista dal decreto legislativo 25 marzo 2024, n. 41, quindi non costituisce una novità introdotta dal bando di gara. Senza di essa si potrebbe rischiare un incremento, non favorevole, di conti dormienti e una scarsa gestione dei fondi dei giocatori. In merito all’ipotesi di eliminazione dei jackpot condivisi fra concessionari, Adm sostiene che questa misura “non andrebbe ad intaccare la validità della gara, ma piuttosto contribuirebbe a rendere più trasparente la relazione tra operatore e utente”, visto che potrebbe “risultare incerto – in caso di malfunzionamenti o criticità – chi debba rispondere nei confronti dell’Erario e del giocatore”.
Le ricorrenti lamentano, inoltre, incertezza in merito alla bozza delle linee guida per gli organismi di verifica, inerenti alle regole tecniche relative al rapporto di concessione per la raccolta dei giochi. L’Agenzia spiega che le linee guida non modificano le Regole Tecniche a carico dei concessionari, ma che mirano, piuttosto, ad assicurare il massimo livello di sicurezza per tutte le parti coinvolte, “eliminando l’ambiguità e le zone d’ombra dell’attuale sistema”. Secondo gli operatori, al contrario, “Eliminare alcune caratteristiche dell’attuale offerta di mercato, a cui il consumatore è abituato, significa favorire il mercato illegale del gioco on line, a danno dei consumatori stessi e degli operatori legali. Anche per questo motivo, in assenza di linee guida il bando dovrà essere annullato o quanto meno sospeso”. Tale affermazione – secondo le Dogane - si fonda su un argomento “ormai abusato”, secondo cui ogni innovazione normativa favorirebbe il gioco illegale. Si tratta di una visione non solo infondata, ma anche “smentita” dalla stessa condotta dei concessionari, che da sempre dichiarano di voler contrastare l’offerta illegale. “Solo un nuovo quadro regolatorio può garantire legalità, certezza per i concessionari e tutela per i giocatori, non certo la paralisi dell’intero sistema mediante l’annullamento o la sospensione del bando”, conclude Adm chiedendo di rigettare i ricorsi presentati. L’Agenzia ritiene che non esiste nessun rischio e che “la procedura selettiva riveste carattere strategico per il complessivo riordino del comparto del gioco pubblico”, senza che risultino “ostacoli oggettivi alla partecipazione delle ricorrenti alla gara”.
FRP/Agipro
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