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Ultimo aggiornamento il 10/12/2025 alle ore 14:00

Attualità e Politica

10/12/2025 | 11:15

Bingo, canone di concessione troppo oneroso: Adm fissa un’indennità provvisoria di 2.800 euro fino alla fine del 2026

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Bingo canone di concessione troppo oneroso: Adm fissa un’indennità provvisoria di 2.800 euro fino alla fine del 2026

ROMA - L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli fissa un’indennità provvisoria mensile di 2.800 euro – dai precedenti 9mila – per i concessionari del gioco del bingo, ora in regime di proroga fino al 31 dicembre 2026. Lo stabilisce una determinazione direttoriale, firmata dal direttore centrale dei giochi Mario Lollobrigida. Adm interviene a seguito dei numerosi ricorsi proposti dai concessionari di fronte al Tar Lazio e alle relative pronunce che hanno influito sull’assetto delle proroghe tecniche. 
La misura è provvisoria e si applica al periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026. Si legge, infatti: “La presente determinazione ha efficacia solo in via temporanea e provvisoria, in quanto tiene luogo del provvedimento definitivo per il tempo necessario a che lo stesso sia adottato, fermo restando che il definitivo rapporto di dare/avere tra le parti sarà quello previsto dal provvedimento definitivo”.
Con diverse sentenze, pubblicate negli scorsi giorni, il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi di molti concessionari del Bingo contro la proroga delle concessioni fino al 31 gennaio 2026, decisa dall'Agenzia dei Monopoli secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2025. Il Tribunale ha ribadito la sospensione della proroga tecnica e la sua incompatibilità con il diritto europeo, come affermato dalla sentenza del 20 marzo 2025 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Il provvedimento di Adm fissava un canone forfettario annuale di 108mila euro per ciascun concessionario, in attesa che il riordino del gioco fisico, collegato alla legge delega al Governo sulla riforma fiscale, portasse a un nuovo bando di gara.
Il Tribunale Amministrativo ha evidenziato che le condizioni economiche delle concessioni non possono essere modificate in modo così radicale senza bandire una nuova gara. Il canone di proroga deciso da Adm risulta quindi, spiegano i giudici amministrativi, “arbitrario, sproporzionato e non correlato al fatturato dell’impresa”. Sono quindi violati i principi di concorrenza, di proporzionalità e di libertà economica d’impresa. Il provvedimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli risponde alle richieste del Tar Lazio e si pone in attesa della decisione finale del Consiglio di Stato.

FRP/Agipro

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