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Attualità e Politica

23/04/2015 | 15:08

Casinò: da Taormina a San Pellegrino Terme, tutte le proposte ferme in Parlamento

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Casinò Taormina San Pellegrino Terme Parlamento

ROMA - In Italia esistono soltanto quattro case da gioco (Sanremo, Saint Vincent, Venezia e Campione d'Italia) che operano in deroga al Codice penale, ma l'ipotesi del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta riaccende le speranze di coloro che, nell'ultima legislatura, hanno chiesto in Parlamento la riapertura di alcuni casinò italiani. L'ultima proposta in ordine di tempo è stata presentata dal senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti, con un disegno di legge per istituire case da gioco a Taormina e a San Pellegrino Terme. Ci aveva già provato diverse volte il senatore della Lega Nord Giacomo Stucchi, che aveva chiesto la riapertura di San Pellegrino già nella passata legislatura con una proposta di legge - il cui esame non è stato mai avviato - nella quale sottolineava «la valenza turistica e le ricadute occupazionali che, di regola, caratterizzano l'istituzione di una casa da gioco» e che avrebbero avuto «un notevole rilievo per il comune di San Pellegrino Terme, il quale attraversa una fase critica».
Stucchi ci ha poi riprovato negli ultimi mesi, con un emendamento allo Sblocca Italia (bocciato) e con un'interrogazione al ministro dei Beni culturali, rimasta senza risposta. Respinto anche un emendamento all'ultima legge di stabilità per l'apertura di una casa da gioco nel comune di San Pellegrino Terme, presentato dal deputato leghista Cristian Invernizzi. Anche i senatori Salvatore Torrisi e Pippo Pagano e il deputato Vincenzo Garofalo (NCD) avevano chiesto - in un'interrogazione alla presidenza del Consiglio - «un decreto in tempi rapidi per completare il procedimento dell'istituzione della casa da gioco a Taormina e Palermo».
Ma oltre a Taormina e San Pellegrino Terme, sono molti i Comuni che chiedono la riapertura delle sale da gioco nate a inizio Novecento e chiuse in epoca fascista: tre in Toscana (Bagni di Lucca, Porto Azzurro, Montecatini Terme), due in Friuli (Lignano Sabbiadoro e Grado) e due in Piemonte (Stresa e Acqui Terme), oltre ai Comuni di Anzio (Lazio),  Fasano (Puglia), Salice Terme (Lombardia), Merano (Trentino), Sorrento (Campania) e Tropea (Calabria).
«La casa da gioco va considerata come essenziale attrattiva turistica e, quindi, come un valido strumento per l'incentivazione dei flussi turistici e del conseguente sviluppo economico», scriveva il deputato dell'Svp Albrecht Plangger nella proposta di legge sull'istituzione e la regolamentazione delle case da gioco sul territorio nazionale, presentata all'inizio di questa legislatura e mai esaminata in Commissione.
Nel frattempo, è arrivata in Parlamento la proposta di legge d'iniziativa del Consiglio regionale Sicilia recante «Norme per l'apertura di una casa da gioco rispettivamente nei comuni di Taormina e di Palermo»: al Senato è stata assegnata alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Finanze del Senato, alla Camera dovrebbe occuparsene la Commissione Attività produttive ma, in entrambi i rami del Parlamento, l'esame del testo non è mai stato avviato. E' stata ritirata, invece, l'unica proposta di legge presentata dal Pd - a firma del deputato Luigi Dallai - per l'istituzione di una casa da gioco a Chianciano Terme.
MSC/Agipro

 

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