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Attualità e Politica

25/08/2015 | 14:49

Consiglio di Stato, respinto appello di Stanleybet su Bando Monti: "Espansione del settore giochi non implica minore controllo"

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Consiglio di Stato Bando Monti Stanleybet

ROMA - La quarta sezione del Consiglio di Stato ha respinto con sentenza l'appello presentato da Stanleybet contro il Bando Monti. Stanleybet chiedeva di riformare la sentenza del Tar Lazio che aveva già bocciato il ricorso iniziale.

La sentenza del Consiglio di Stato arriva dopo la pronuncia della Corte di Giustizia dello scorso 22 gennaio: i giudici comunitari avevano ritenuto che la durata inferiore delle concessioni, prevista dal Bando monti per 2 mila agenzie, non fosse in contrasto con il diritto comunitario.

Non vi è necessità alcuna di un ulteriore rinvio alla Corte Ue, sostengono i giudici del Consiglio di Stato, visto che la pronuncia di inizio anno ha esaminato a fondo le questioni in merito. Inoltre il ricorso di Stanleybet presenta una "singolarità" che riguarda la Legge di Stabilità 2015: la sanatoria per i Ctd, collegati a operatori comunitari non autorizzati in Italia, avrebbe consentito l’ingresso nel mercato di “un numero ingente di operatori (7000) senza alcun preventivo controllo di polizia", aumentando le occasioni di gioco. Una considerazione che per la quarta sezione travisa "il senso e la portata della decisione della Corte", che ha fornito invece una risposta esauriente sul riallineamento temporale delle concessioni, uno strumento "legittimo e non sproporzionato" che "si lega ad esigenze di ordine pubblico ed a finalità ed obiettivi degli Stati membri ritenuti meritevoli di tutela ed autonomamente perseguibili".

PG/Agipro

 

Consiglio di Stato, Bando Monti: espansione del settore giochi non implica minore controllo (3)

ROMA - La politica di espansione controllata del settore dei giochi d'azzardo non equivale a un controllo meno rigoroso, si legge ancora nella sentenza, visto che "può essere del tutto coerente con l'obiettivo mirante ad attirare giocatori che esercitano attività di giochi e di scommesse clandestini vietati in quanto tali verso attività autorizzate e regolamentate".

Obiettivi che "né questo Collegio, né alcun Giudice, per quanto elevata sia la sua posizione nel sistema" possono censurare. Proprio l'allineamento temporale delle concessioni potrebbe in futuro agevolare interventi legislativi tesi a "ridurre il numero delle concessioni rilasciate oppure esercitare un controllo più rigoroso sulle attività nel settore" si legge ancora nella sentenza. Il Consiglio di Stato ricorda come, in una precedente pronuncia, aveva sottolineato che la legislazione italiana è legittima e adeguata, dal momento che "si propone non già di contenere la domanda e l'offerta di gioco, ma di canalizzarla in circuiti controllabili al fine di prevenire la possibile degenerazione criminale".

PG/Agipro

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