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Attualità e Politica

19/07/2018 | 08:40

Decreto Dignità, Servizio Bilancio: "Dal divieto di pubblicità dei giochi -147 milioni nel 2019 e -198 milioni nel 2020

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Decreto Dignità Servizio Bilancio pubblicità giochi

ROMA - Le norme sul divieto di pubblicità dei giochi introdotte dal decreto Dignità causeranno un «minor gettito tributario, che la relazione tecnica e il prospetto riepilogativo valutano in 147
milioni per l’anno 2019 e in 198 milioni annui a decorrere dal 2020». A copertura di tali oneri,
«la norma introduce un graduale aumento del PREU» sugli apparecchi da gioco, «cui la relazione tecnica e il prospetto riepilogativo ascrivono effetti di maggior gettito valutati in 39,5 milioni nel 2018, 195,5 milioni nel 2019 e 234 milioni annui a decorrere dal 2020». E' quanto si legge nel dossier del Servizio Bilancio di Camera e Senato sul decreto Dignità. 
«I risultati numerici delle stime sono coerenti con i dati forniti e con le ipotesi assunte dalla relazione tecnica», si legge nel dossier, che sottolinea come «a precedenti provvedimenti limitativi della pubblicità (legge Balduzzi e pacchetto giochi 2016, aventi peraltro portata meno ampia della norma in esame), non sono stati ascritti effetti negativi e che l’ipotesi di una riduzione della raccolta del 3% per le VLT è coerente con recenti quantificazioni». 

Per il Servizio Bilancio, però, «sarebbe comunque opportuno acquisire elementi più puntuali in merito al gettito attribuito al gioco del Lotto: infatti, il gettito annuo di circa 3 miliardi appare congruo con i più recenti dati pubblicati dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli (I semestre 2017); andrebbero tuttavia forniti elementi di raccordo rispetto alle previsioni iscritte nella legge di bilancio 2018 che prevede un provento di 7.547 milioni derivante dal gioco del lotto e dagli altri giochi numerici a quota fissa (provento che, secondo la ripartizione in capitoli, parrebbe interamente attribuibile al gioco del lotto medesimo)». Inoltre, «in merito alle ipotesi formulate circa le previste percentuali di riduzione della raccolta, andrebbero esplicitati gli elementi ad esse sottostanti nonché i dati di raffronto con gli effetti, ove disponibili, verificati in relazione a precedenti disposizioni legislative che hanno introdotto limitazioni della pubblicità», conclude il dossier.
MSC/Agipro

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