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Attualità e Politica

30/03/2021 | 15:47

Decreto Sostegni, Pucci (pres. As.Tro): “Misura largamente insufficiente, alle imprese di gioco solo il 2-3% del fatturato perso nel 2020”

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ROMA - Il Decreto Sostegni – che coprirà solo il 2/3% delle perdite di fatturato subite durate lo scorso anno - non può bastare alle imprese di gioco. A confermarlo è Astro, l’associazione degli operatori del gioco lecito, che ha fatto i conti sulla base del provvedimento del Governo Draghi. Il presidente, Massimiliano Pucci, riassume così la disastrosa situazione per le società del settore: «Le imprese del gioco legale mediante apparecchi o raccolta fisica di scommesse, che hanno visto falcidiato il loro fatturato rispetto a quello del 2019, si sono viste riconoscere importi di entità risibile. Un’impresa che nel 2019 aveva avuto un fatturato di 1 milione di euro, sceso nel 2020 a 400mila euro (quindi con una perdita media mensile di fatturato pari a 50mila euro), riceverà un “sostegno” di 20mila euro, pari al 3,33% del fatturato perso nel corso dell’intero anno. Un’impresa che nel 2019 aveva registrato un fatturato di 5 milioni di euro, sceso nel 2020 a 2 milioni di euro (quindi con una perdita media mensile di fatturato pari a 250mila euro), riceverà un “sostegno” di 75mila euro, pari al 2,5% del fatturato perso nel corso dell’intero anno». Si tratta – sottolinea Pucci - di importi totalmente insufficienti a sostenere i costi fissi sostenuti nel corso del 2020 e dei primi mesi di quest’anno. L’associazione è fortemente critica sul fatto che la distribuzione delle poche risorse disponibili sia stata estesa, mediante il “Decreto Sostegni”, a tutta la platea delle imprese e delle altre partite Iva, sulla base dell’unico parametro rappresentato dalla percentuale di perdita di fatturato subita nel 2020 rispetto al 2019: «Vista la ristrettezza delle risorse disponibili – aggiunge Pucci - sarebbe stato più equo concentrarle solo a favore delle categorie che, per effetto dei Dpcm e decreti legge che si sono succeduti in questo periodo, hanno dovuto interrompere parzialmente o totalmente le loro attività (come il nostro settore, le cui attività sono ferme ormai da circa un anno). L’effetto che ha prodotto questo indiscriminato allargamento della platea di beneficiari, e la conseguente polverizzazione delle risorse, è quello di aver privato di sussidi minimamente dignitosi quelle imprese rimaste forzatamente inattive per quasi tutto il periodo iniziato a marzo dello scorso anno, messe sullo stesso piano di quelle che hanno perso risorse solo per effetto della contrazione del mercato dovuta alla pandemia», conclude.

RED/Agipro

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