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Ultimo aggiornamento il 07/08/2025 alle ore 18:00

Attualità e Politica

07/08/2025 | 09:00

Gdf, Reggio Calabria: confiscati beni per 21 milioni di euro nei confronti di un gruppo imprenditoriale attivo nel settore giochi e scommesse

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Gdf Reggio Calabria: confiscati beni per 21 milioni di euro nei confronti di un gruppo imprenditoriale attivo nel settore giochi e scommesse

ROMA - Il Comando Provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione a una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, divenuta irrevocabile a seguito di pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, con la quale è stata disposta la confisca definitiva di beni, per un valore complessivo di oltre 21 milioni di euro, nei confronti di appartenenti a un gruppo imprenditoriale reggino contiguo alla ‘ndrangheta che operava nel settore delle scommesse e del gioco. La misura porta definitamente a conclusione l’istruttoria che, già nel 2020, aveva condotto a un primo sequestro patrimoniale disposto dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di prevenzione, su proposta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, in base a quanto riscontrato nell’ambito di un’indagine della Gdf di Reggio Calabria e nel corso dell’operazione “Heliantus” (eseguita sempre nel 2020). 
La confisca è derivata dall’accertamento dei rapporti del gruppo imprenditoriale con un clan appartenente alla criminalità organizzata, operando nel settore del noleggio di slot machines, degli strumenti per la pratica di giochi on-line e della gestione dei centri di raccolta scommesse. Più nel dettaglio, il gruppo ha operato illegalmente nella gestione della società, come la concessione abusiva di linee di credito ai clienti, l’esercizio del gioco illegale e le estorsioni aggravate dal metodo mafioso (come nel caso in cui, nel 2012, era stata messa una “bombetta” per costringere un debitore a onorare un pagamento di 60 mila euro). 
La Gdf ha riscontrato, inoltre, che un esponente del clan criminale riceveva regolari somme di denaro da una impresa gestita dal gruppo senza svolgere alcuna attività lavorativa per conto della stessa, nonché con un secondo soggetto che, nell’interesse del gruppo imprenditoriale e della consorteria di appartenenza, si incaricava di varie mansioni, dal recupero crediti - anche con modalità estorsive - in caso di piccoli furti di denaro presso sale scommesse o da gioco. 
Per tutti questi motivi, i soggetti destinatari della misura sono definiti pericolosi a livello sociale in quanto “imprenditori collusi con la ‘ndrangheta, in grado di gestire in posizione paritaria rapporti in interscambio con le locali cosche di criminalità organizzata” e attesa la loro dedizione alla commissione di delitti sia di natura estorsiva, sia in materia di esercizio abusivo del credito e dell’attività di giochi e scommesse. 
La rilevante attività d’indagine patrimoniale svolta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha fatto emergere, attraverso complessi e articolati riscontri investigativi, un compendio patrimoniale direttamente nella disponibilità dei componenti del citato gruppo imprenditoriale, il cui valore è risultato decisamente sproporzionato rispetto alle loro capacità reddituali manifestate. Alla luce delle verifiche, dapprima la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria disponeva il sequestro di prevenzione del patrimonio riferibile ai predetti soggetti. Tale provvedimento è stato poi confermato dalla successiva sentenza emessa dalla Corte di Appello di Reggio Calabria (fatta eccezione per 4 immobili), divenuta irrevocabile a seguito di pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, con la quale è stata, pertanto, disposta la confisca definitiva su tutto il patrimonio già in sequestro ai proposti, costituito da 4 beni immobili (abitazioni e terreni), 7 società e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in oltre 21 milioni di euro.

RED/Agipro

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