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Attualità e Politica

05/10/2022 | 14:42

Giochi, Tar Lombardia annulla i limiti orari a Trezzo sull'Adda (MI): "Assenza completa di indagini sulla ludopatia, nessun confronto con gli operatori"

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Giochi Tar Lombardia annulla i limiti orari a Trezzo sull'Adda (MI): Assenza completa di indagini sulla ludopatia nessun confronto con gli operatori

ROMA - Il Tar Lombardia dice no ai limiti orari per le sale giochi di Trezzo sull'Adda, in provincia di Milano. Il tribunale amministrativo ha accolto oggi il ricorso presentato dalla società titolare di una sala slot - rappresentata dall'avvocato Cino Benelli - contro la norma contenuta nell'ordinanza sindacale dello scorso febbraio, che ha previsto lo stop delle sale dalle 19 all'1. «L’atto limitativo del Sindaco è stato adottato nella completa assenza di specifica attività istruttoria», si legge nella sentenza. Il provvedimento «si appalesa viziato da eccesso di potere e deve pertanto essere annullato». I giudici ricordano che il potere dei sindaci di regolamentare gli orari di apertura delle sale gioco «deve essere esercitato ponderando, in termini ragionevoli e proporzionali, i contrapposti interessi che vengono in rilievo nella fattispecie», in questo caso quelli degli operatori e quelli volti alla tutela dei soggetti a rischio di ludopatia. «L’evidente prevalenza delle esigenze del secondo tipo su quelle imprenditoriali ed economiche - prosegue il Tar - non può tuttavia risolversi nell’adozione di atti amministrativi che, in aperta contraddizione con il fondamentale principio di proporzionalità, comprimano la sfera giuridica degli operatori economici (peraltro titolari di specifiche autorizzazioni) in misura eccessiva rispetto all’obiettivo da raggiungere». Di conseguenza, la determinazione dei limiti orari «non può mai prescindere da un’accurata indagine sull’effettiva sussistenza dell’interesse contrapposto a quello dei titolari delle autorizzazioni». In questo caso, però, la sindaca Silvana Centurelli «ometteva ogni tipo di indagine e di attività istruttoria diretta alla ricostruzione della situazione di fatto afferente ai rischi derivanti dal funzionamento delle sale gioco nel proprio Comune». Prima della firma al provvedimento «non vi sono stati confronti con gli operatori del settore; non si è ricostruita la specifica realtà del territorio comunale con riferimento alla diffusione del gioco d’azzardo lecito, e delle patologie che lo stesso può causare; non sono stati coinvolti altri uffici comunali», né risultano «essere stati posti in essere approfondimenti sull’incidenza della ludopatia a Trezzo sull’Adda». Di conseguenza l’atto impugnato risulta «illegittimo».
LL/Agipro

Foto credits Michael Coghlan/Flickr/CC BY-SA 2.0

 

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