Attualità e Politica
10/12/2025 | 15:25
10/12/2025 | 15:25
ROMA - La rete dei Punti vendita ricariche (Pvr) è sotto pressione per il limite di 100 euro settimanali di ricariche in contanti e strumenti di pagamento non tracciati. Secondo quanto apprende Agipronews, la Guardia di Finanza sta continuando a effettuare controlli che si concludono spesso con sanzioni da migliaia di euro a carico degli esercenti. Il punto critico, spiegano le Fiamme Gialle, è che la normativa (il decreto legislativo di riordino online) stabilisce chiaramente il tetto delle ricariche. D’altro canto, il riordino dei giochi online è ancora in fase di completamento e gli operatori non sono in grado – almeno per qualche mese, con le attuali regole tecniche – di limitare concretamente l’uso degli strumenti che non garantiscono la tracciabilità. Il risultato è una vasta ondata di controlli e multe su un’attività che, di fatto, attende una regolamentazione tecnica definitiva. Anche i tribunali sono parte in causa: pendono diversi ricorsi amministrativi, che saranno discussi in Consiglio di Stato questa settimana, sul limite dei 100 euro e sull’istituzione dell’albo dei Pvr. Il Tar Lazio ha peraltro affermato che le nuove disposizioni in tema di Pvr non possono applicarsi ai concessionari in proroga tecnica né agli esercenti collegati.
I controlli – La Guardia di Finanza, quando effettua i controlli sulla rete, parte dal presupposto giuridico che i Pvr debbano adempiere alle norme contenute nel decreto legislativo numero 41 del 2024, che stabilisce che “le operazioni di ricarica presso i Pvr sono consentite nel limite complessivo settimanale di 100 euro, anche in contanti”. Il rispetto della disposizione è garantito dai concessionari mediante apposite misure sul sistema informativo utilizzato dai Pvr. Il decreto numero 231 del 2007 – vera pietra miliare nel contrasto al riciclaggio – consente poi agli operatori di gioco online di ricaricare solo tramite mezzi di pagamento idonei a garantire la piena tracciabilità dei flussi, nonché a stabilire pesanti sanzioni per chi non rispetta i limiti. Nella categoria dei “contanti e strumenti di pagamento che non garantiscono la tracciabilità” rientrano le scratch card, in quanto assimilabili – secondo quanto indicato dalla stessa Agenzia delle Dogane nella risposta a un quesito – al denaro in contanti. Non conformi alle regole sembrano anche, secondo quanto riportano gli operatori di gioco oggetto di verifiche, gli acquisti di voucher di deposito istantaneo. Queste modalità di ricarica – quando superano i limiti di legge di 100 euro a settimana - non sono condivise dalla GdF, che, nel corso dei controlli, ha rilevato violazioni ripetute della normativa online e antiriciclaggio. In sostanza manca un sistema consolidato per individuare le operazioni superiori a 100 euro, ma questo è un aspetto che gli operatori conoscono benissimo.
La posizione dell’Agenzia delle Dogane – Il regolatore, che è consapevole delle tempistiche per l’implementazione delle nuove regole tecniche, non ha dato impulso ai controlli della GdF, ma non ha il potere di intervenire per limitarne l’impatto sugli operatori. La posizione di piazza Mastai sul tema dei 100 euro è chiara: “I divieti inerenti, rispettivamente, alle ricariche con mezzi non tracciati (oltre la somma di euro 100) e al prelievo dai conti di gioco rientrano nella finalità di contrasto al riciclaggio di danaro (come previsto dal decreto di riordino online), posto che, notoriamente, i giochi on line favoriscono l’afflusso di “denaro sporco” riciclato dalla criminalità organizzata. Le previsioni in questione, sono espressione di scelte normative orientate alla tutela di interessi pubblici primari, quali la legalità, la trasparenza e la prevenzione del riciclaggio”, scrive l’Avvocatura in una memoria nell’ambito di una causa davanti al Consiglio di Stato.
L’industria – Il limite di 100 euro settimanali per le ricariche dei conti di gioco, se mal interpretato, rischia di rivelarsi inutile e dannoso, producendo effetti contrari a quelli previsti dalle norme, spiegano gli operatori ad Agipronews. Si tratta di un limite inefficace contro il riciclaggio: le ricariche, in presenza di determinati requisiti, anche se effettuate in contanti garantiscono già tracciabilità in quanto riconducibili al titolare del conto gioco nominativo. Lo stesso art. 13 del decreto legislativo di riordino, al punto 5, impone agli esercenti dei Punti vendita ricariche l’identificazione del titolare del conto, configurando quasi una forma di adeguata verifica della clientela. Il limite introdotto – avverte l’industria – potrebbe spostare una parte significativa della domanda verso l’offerta illegale, proprio mentre il comparto online si presenta come il segmento in maggior crescita nel mercato. Il rischio è favorire operatori senza licenza, il cui business è stimato in 25 miliardi di euro all'anno, restituendo il mercato alla criminalità. Gli effetti negativi previsti sono molteplici: dalla penalizzazione dei consumatori, che non potranno più caricare liberamente in contanti, agli oneri per gli operatori, chiamati a controllare milioni di utenti con possibili rischi per la privacy. Infine, potrebbe calare il gettito erariale, in previsione di un probabile calo del settore autorizzato. Uno scenario che offrirebbe anche un notevole vantaggio agli istituti di moneta elettronica, pronti a offrire servizi aggiuntivi — a pagamento — per gestire il business.
NT/Agipro
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