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Attualità e Politica

24/02/2015 | 08:01

Lecce, operazione "Clean Game": Gdf sequestra beni per oltre 12 milioni di euro

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Lecce operazione Clean Game finanza

ROMA - Dalle prime ore di questa mattina, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Lecce stanno eseguendo 27 ordinanze di custodia cautelare e il sequestro - ai sensi della normativa antimafia - di beni per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, nei confronti dei componenti di due gruppi criminali che, con metodi intimidatori, sono stati in grado di imporre un “monopolio illegale” nel settore della produzione e distribuzione di apparecchi da gioco. Nel provvedimento di cattura emesso dal Gip del Tribunale di Lecce è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 19 persone e quella degli arresti domiciliari per altre 8. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di associazione per delinquere di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, esercizio di giochi d’azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e associazione per delinquere. Sono stati sequestrati 270 apparecchi illeciti presso esercizi commerciali ubicati in provincia di Lecce e in varie regioni del territorio nazionale. Le indagini sono state avviate nel 2010, dopo la constatazione di numerose irregolarità nel corso degli specifici controlli eseguiti in diversi esercizi pubblici che hanno portato alla luce la manomissione degli apparecchi che riproducevano il gioco d’azzardo del poker, il collegamento a internet per l’offerta di gioco d’azzardo proposto da gestori stranieri privi di autorizzazione fuori dal circuito dei Monopoli di Stato. 
Coinvolti due gruppi criminali: il primo, riconducibile alla famiglia De Lorenzis, un noto gruppo imprenditoriale di Racale (Le) operante nel settore del noleggio dei videogiochi, che, avvalendosi sistematicamente di metodi mafiosi, aveva creato nella provincia di Lecce un vero e proprio “cartello”, imponendo a numerosissimi esercenti della zona il noleggio dei dispositivi dalle aziende del gruppo, impedendo alle aziende concorrenti di accedere a quel mercato. Il secondo clan era dedito essenzialmente alla alterazione e vendita delle schede di gioco riproducenti giochi come il poker o le slot machine e alla distribuzione dei totem. 
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno scoperto anche che, per assoggettare i gestori e creare nei loro confronti una grave situazione di dipendenza finanziaria, i clan concedevano prestiti allo scopo di favorire l’avviamento delle attività, pretendendo poi l’immediato rientro dei capitali, minacciando di incassare i titoli in garanzia laddove questi non avessero installato presso i loro esercizi i videogiochi. In alcuni casi, i clan riuscivano ad appropriarsi di attività commerciali riferibili a clienti in grave difficoltà economica, sottraendole alla loro gestione. 
Gli accertamenti tecnici eseguiti sugli apparecchi da gioco sequestrati hanno infine rivelato che le attività di gestione ed organizzazione del gioco d’azzardo (attraverso la distribuzione e il noleggio di videogiochi illeciti), comprendevano anche l’alterazione fraudolenta dei software di taluni dispositivi leciti, noti come “new slot”.
Tali apparati, pur collegati alla rete telematica dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, venivano manomessi in modo tale da trasmettere solo parzialmente i dati concernenti le giocate, con conseguente sottrazione di parte di esse all’imposizione tributaria. Sempre alterando il software l’organizzazione riusciva anche a predeterminare, ovviamente riducendole, le giocate vincenti degli avventori, rendendo estremamente remunerativa la gestione di tali apparecchi. In particolare, è stato accertato che erano in grado di controllare a distanza i cicli delle giocate, abbattendo le percentuali di vincita di ogni singola macchina; così, nel momento in cui si rilevava che un apparecchio era in procinto di elargire una vincita consistente, il clan interveniva per impedirla o limitarne l’entità. RED/Agipro

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