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Attualità e Politica

27/03/2015 | 10:29

Maximulte Corte dei Conti, Bplus ricorre in Cassazione: "Nessun disservizio, l'Erario ha raddoppiato incassi"

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Maximulte Corte dei Conti bplus Cassazione

ROMA - Una sanzione eccessiva, in aperta violazione del principio di proporzionalità, con la quale "l'erario raddoppia i suoi incassi e percepisce un risultato 'leonino' che non avrebbe mai potuto percepire". E' questa la motivazione alla base del ricorso di Bplus in Corte di Cassazione, con il quale si richiede l’azzeramento della sentenza della Corte dei Conti, che ha condannato la società al pagamento di una maximulta di 335 milioni di euro per i disservizi nel collegamento delle slot machine dal 2004 al 2007. La società – assistita dal professor Stefano Vinti e dagli avvocati Andrea Scuderi e Carmelo Barreca - contesta la sanzione calcolata dai giudici contabili, ritenuta eccessiva rispetto ai vantaggi che l'Erario avrebbe ricevuto grazie all'attività dei concessionari e dunque anche di Bplus: nel corso del periodo in esame, sottolineano i legali, la società ha "fornito la prova dell'avvenuto versamento di circa 1,2 miliardi di euro a titolo di Preu e di canone di concessione", il che significherebbe non solo che non c'è stato nessun esborso pubblico, ma anche che il presunto illecito "ha provocato un incremento patrimoniale che, altrimenti, non vi sarebbe stato in nessun modo". Ciò che dalla Corte dei Conti viene definito disservizio (il mancato collegamento) era  - secondo Bplus - una prestazione accessoria prevista della convenzione di concessione, "nulla a che vedere con la prestazione convenzionale principale, che richiedeva invece che fosse il concessionario a estrarre telematicamente i dati di gioco degli apparecchio per trasmetterli poi sempre telematicamente al sistema centrale di Aams". La diffusione di un sistema di gioco certificato, che garantiva i giocatori e assicurava entrate erariali "rappresenta certamente un'utilità ben maggiore del presunto danno da disservizio, ritenuto tale solo perché alcuni strumenti di controllo 'a campione' sono stati inizialmente ostacolati dalla complessità tecnica in cui si è trovato a operare il concessionario". LL/Agipro 

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