Attualità e Politica
12/01/2015 | 15:25
12/01/2015 | 15:25
ROMA - La spallata ai calcoli del Governo Renzi sarebbe pesante e difficile da contenere, un buco finanziario da 220 milioni, conseguenza del “no” dei bookmaker (circa 7mila negozi di scommesse non autorizzati) alla sanatoria prevista dalla legge di stabilità che prevede trentacinque milioni di euro di incasso entro il 31 gennaio, e altri 187 nel corso del 2015, da raccogliere grazie alla regolarizzazione fiscale di almeno 3500 punti scommesse – la previsione del governo è quella di fare cassa con almeno il 50% dei negozi non autorizzati - distribuiti in tutta Italia. La strategia del ministero dell’Economia si scontra però – dopo la rinuncia già annunciata dai “big” Stanleybet e SKS365 - con un altro “no”, stavolta di Betuniq, uno dei bookmaker più presenti sul mercato: così, se i centri italiani seguiranno le indicazioni dei board delle società estere, almeno tremila punti scommesse resteranno fuori dal condono. In un comunicato diffuso nei giorni scorsi alla propria rete italiana, la società maltese definisce “una beffa” tutta l’operazione, che ha il solo scopo di “favorire ancora una volta i concessionari storici, contrariamente a quanto auspicato da Betuniq”. Secondo l’ufficio legale del bookmaker estero, “L’obiettivo del decreto è consentire ai concessionari di acquisire nuovi punti vendita attingendo dalle reti di centri esteri, con la giustificazione di una sanatoria che non riconosce lo status legittimo di Betuniq. Ancora una volta il Governo ha ignorato la richiesta della Corte di Giustizia Europea di permettere agli operatori stranieri - con licenza di uno stato Ue - di operare in Italia”.
Sulla stessa linea le critiche espresse da Stanleybet, che ha bocciato la manovra definendola “una finta sanatoria, finalizzata in realtà a privare i centri scommesse dei diritti acquisiti dopo 15 anni di battaglie giudiziarie e asservirli al sistema concessorio per poi liberarsene definitivamente nel 2016” (anno in cui sarà conclusa la gara per il rinnovo delle concessioni statali, ndr). Aderire alla sanatoria – secondo Stanleybet, il bookmaker più agguerrito sul fronte legale comunitario - “sarà l’inizio di un incubo: viene chiesto all’agenzia di sottoscrivere un contratto che ancora non è stato neanche predisposto o pensato da chi ha fatto la legge”. Di “salto nel buio” parla invece il bookmaker austriaco Sks365, visto che la sanatoria fiscale “non garantisce il rilascio della licenza di polizia né altri eventuali provvedimenti di chiusura disposti dalle Questure”. La legge di stabilità prevede che i titolari degli esercizi che hanno trasferito senza autorizzazione scommesse verso operatori esteri presentino domanda ai Monopoli di Stato entro la fine di gennaio, versando anche 10mila euro. Poi, avverrà la firma – entro il 28 febbraio – della convenzione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la raccolta delle scommesse, prima del collegamento al Totalizzatore nazionale e del versamento dell’imposta unica arretrata in due rate di pari importo, entro il 30 giugno e il 30 novembre 2015. NT/Agipro
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