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Attualità e Politica

16/07/2018 | 17:55

Operazione “Rouge et Noir”: Gup Roma dispone rinvio a giudizio per Francesco Corallo e Gianfranco Fini, processo al via il 30 novembre

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Rouge et Noir Gup Corallo Fini

ROMA - Il Gup del Tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, ha disposto il rinvio a giudizio per l'imprenditore Francesco Corallo, per l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, e sua moglie Elisabetta Tulliani, con il fratello Giancarlo e il padre Sergio nell’ambito dell’operazione “Rouge et Noir”. Si tratta dell'inchiesta che a dicembre del 2016 aveva portato all’arresto di Corallo e di Giancarlo Tulliani. Dieci le persone coinvolte nella vicenda, tra cui anche l’ex parlamentare Amedeo Laboccetta (pure rinviato a giudizio), accusati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta di imposte. La data del dibattimento è stata fissata per il 30 novembre davanti al Collegio della Quarta sezione penale.

I fatti risalgono al 2008 e nel fascicolo della Procura si parla di un giro di riciclaggio di oltre 7 milioni di euro. A tanto ammonterebbero i profitti illeciti accumulati da Sergio e Giancarlo Tulliani, insieme alla moglie dell’ex presidente della Camera. I Tulliani dopo aver ricevuto, attraverso le loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro disposti da Francesco Corallo, giustificati con documenti contrattuali fittizi, avrebbero trasferito e occultato, con frazionamenti e movimentazioni, il profitto illecito dell’associazione utilizzando conti accesi in Italia e all’estero.

L’inchiesta della Dda è poi arrivata all'appartamento di Montecarlo, che Giancarlo Tulliani acquistò con i soldi di Corallo proprio attraverso la creazione di due società off-shore, pagandolo poco più di 300 mila euro nel 2008 (la cessione dell’immobile nel 2015 fruttò più di un milione di dollari). Secondo gli inquirenti, in quel periodo l’attività imprenditoriale di Corallo sarebbe stata agevolata da leggi ’ad hoc’ approvate su indicazione di Gianfranco Fini. Anche l’affare immobiliare di Montecarlo, sempre secondo i magistrati, venne deciso da Fini “nella piena consapevolezza delle condizioni”.

A Corallo viene inoltre contestata "una serie di reati di peculato, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte" e dell'appropriazione "di ingenti somme di denaro (oltre 85 milioni di euro) corrispondenti al mancato pagamento dei tributi erariali". Nel mirino del pm Barbara Sargenti anche il trasferimento di 150 milioni di euro su conti correnti esteri, "al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte dovute".

LL/Agipro

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