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Attualità e Politica

25/08/2015 | 10:50

Giochi, Temperelli (Sisal): "Totocalcio: si gioca meno ma la schedina resta un rito"

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Temperelli Sisal Totocalcio

ROMA - Il ko della Juve in casa contro l'Udinese ha avuto effetti anche sul Totocalcio: un solo vincitore è riuscito a fare 14, portando a casa un jackpot da 60 mila euro. Una vincita ottenuta da un ricevitore, che ha acquistato le quote rimaste di un sistema della Bacheca Sisal messo a disposizione dei clienti. Massimo Temperelli, direttore betting e Totocalcio di Sisal Matchpoint, spiega in un'intervista al Corriere dello Sport, quali siano le caratteristiche che permettono di sopravvivere al più longevo dei concorsi a pronostico italiani. "Il prodotto è rimasto quello di molti anni fa, pur con delle modifiche. Sicuramente gli importi giocati si riducono ogni anno, perché la concorrenza dei giochi sportivi è fortissima - dice Temperelli - però il Totocalcio continua a offrire l'opportunità, investendo importi molto bassi, di sperare di vincere premi da centinaia di migliaia di euro. La stessa schedina di domenica, se giocata non ad agosto ma tra qualche mese, quando il montepremi è più alto, avrebbe garantito una vincita molto più ricca. Di sicuro è una combinazione molto unica di risultati».

Chi gioca oggi la schedina del Totocalcio «è sicuramente maturo anagraficamente, l'età media è più alta delle scommesse - dice ancora Temperelli - diciamo sui 45 anni, chi scommette invece ne ha in media 5-6 di meno. E' un giocatore che compilava la schedina già negli anni Ottanta, anche da ragazzino, uno che gioca da tanti anni e che è rimasto affezionato al Totocalcio. Che si presta ad essere giocato in gruppo, diventa una tradizione. Sappiamo quali riti vanno in scena nelle nostre ricevitorie».

Le tipologie di giocata sono diverse: «Ci sono i sistemisti, che spendono di più e fanno giocate più articolare, cercando di coprire meglio il pronostico. E poi ci sono i piccoli giocatori, che da venti-trenta anni spendono piccole cifre, due o quattro euro, sperando che prima o poi qualcosa di buono possa uscire e soprattutto godendosi la giornata di calcio, senza andare a studiare le quote e i palinsesti - dice ancora il dirigente Sisal - Con le scommesse si può fare una giocata bella articolata, il che però richiede applicazione, scegliendo fra centinaia di partite e di pronostici. Il Totocalcio è semplice: ci sono 14 partite, quasi tutte italiane o di squadre di straniere molto conosciute, quindi lo studio da fare è limitato. Si mette un segno, serve poco tempo e basta un investimento piccolo piccolo, poi il fato decide».

Il Totocalcio è entrato anche nel lessico degli italiani, con il "13", ma oggi per centrare il jackpot serve un punto in più: «Il 14 è un'evoluzione che ha reso il gioco più difficile proprio per assecondare le esigenze dei giocatori: il 13, soprattutto con i sistemi, usciva troppo di frequente e il montepremi veniva così diviso tra molte persone. Aumentare la complessità del gioco serviva a mantenere la vincita su livelli importanti e a non appiattire il gioco». Un prodotto che rispetto alle scommesse ha dinamiche completamente diverse, per una vincita da 60 mila euro con una scommesse multipla «servirebbe puntare 50 centesimi di euro su 14 partite, tutti esiti quotati a 2,30 per avere quel moltiplicatore – conclude - E' tutto un altro gioco: una volta il Totocalcio era l'unico legato al calcio, oggi compete con altri giochi ed ha un mercato di nicchia, legato alla tradizione. Ma ancora oggi è uno dei marchi più riconosciuti».

RED/Agipro

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