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Attualità e Politica

20/04/2018 | 09:45

Trapani, il business delle scommesse online era la "cassaforte" del clan di Messina Denaro

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Trapani scommesse online Messina Denaro

ROMA - Il business delle scommesse online gestito dall'imprenditore Carlo Cattaneo, arrestato ieri nel blitz contro gli uomini di Matteo Messina Denaro, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe stato la cassaforte del clan di Cosa Nostra. Secondo Live Sicilia, che riporta informazioni provenienti da atti investigativi, con la sua "17 Nero", Cattaneo sarebbe diventato il cuore del "pannello": i suoi centri scommesse, versando una quota ai boss di Cosa Nostra, si assicuravano il monopolio nel mandamento mafioso. Si trattava della stessa operazione che aveva garantito a Benedetto Bacchi, uno dei più grossi imprenditori del settore, pure arrestato alcuni mesi fa, di incrementare il giro di affari. Lo scorso 13 febbraio, Sergio Macaluso (reggente del mandamento di Resuttana, da alcuni mesi collaboratore di giustizia) ha raccontato ai pm di Palermo che "i sistemi con cui Cosa nostra realizza l’accordo con i proprietari dei siti sono due. Secondo un primo modello, il proprietario del sito (Bacchi) doveva pagare 200 euro al mese per ogni punto scommesse della sua piattaforma che apriva nella città di Palermo". Oppure “Bacchi dava la possibilità al titolare dell’agenzia di gestire un proprio autonomo pannello virtuale. In questo caso noi mafiosi avevamo una percentuale sui guadagni, mentre Bacchi prendeva il resto della vincita. In sostanza era una forma di società”. Quando, nel 2014, il rapporto tra Cosa nostra palermitana e Bacchi entrò in crisi – l'imprenditore non versava più la quota mensile ai boss - a Macaluso fu proposto di entrare in affari con “gente seria di Castelvetrano”, ma Macaluso preferì non tradire Bacchi nonostante gli avessero parlato bene del "17 Nero". A Palermo sono state aperte diverse agenzie di scommesse su cui adesso si indaga.
RED/Agipro

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