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Attualità e Politica

04/06/2020 | 17:49

Blocco scommesse, Agisco chiede incontro a Adm: «Per la ripartenza necessaria nuova tassazione e moratoria su regolamenti locali»

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ROMA - Riaprire al più presto la rete di scommesse e adottare una serie di accorgimenti - sia a livello regolamentare che fiscale - per aiutare il settore a uscire da una crisi senza precedenti. L'associazione Agisco scrive al Governo e chiede un incontro al direttore generale dell'Agenzia Dogane e Monopoli, Marcello Minenna, per discutere i punti ritenuti più critici dal comparto. La richiesta più urgente rimane la riapertura delle attività: in vista del ritorno dei maggiori campionati europei, compresa la Serie A, e la ripresa delle corse ippiche a fine maggio, «è necessario che la rete di raccolta sia messa in condizione di svolgere il proprio ruolo di accettazione delle relative scommesse al fine di non consentire all’illegalità di riprendere un ruolo determinante», scrive Agisco. L'associazione ricorda di aver già predisposto un protocollo anti-contagio per la ripresa delle attività nelle sale gioco, integrando e sviluppando le linee guida condivise tra Governo e Parti Sociali lo scorso aprile. «Siamo comunque disposti e interessati a partecipare a un tavolo operativo con tutte le sigle operanti nel comparto dei giochi pubblici al fine di predisporre uno Protocollo di sicurezza per la specifica attività affinché Adm abbia i necessari elementi che le consentano di condividerlo con il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo». Agisco sottolinea poi la necessità di «un intervento di sensibilizzazione da parte di Adm nei confronti degli Enti Locali» per arrivare a una moratoria «almeno fino al 31 dicembre» per i regolamenti di regioni e comuni su distanze minime e limiti orari. Senza interventi di questo genere, «i negozi non saranno in grado di ricollocare le attività a causa del crollo economico derivante dalla sospensione forzata della raccolta».

L'associazione chiede poi un intervento di Adm verso il Governo per un sistema creditizio più favorevole al settore: «La rete dei piccoli e medi operatori dei Giochi Pubblici non ha accesso alle misure di sostegno emanate dal Governo per le PMI poiché Confidi non presta garanzia alle attività relative a “casinò ed attività equivalenti”, facendo un’erronea confusione su quanto invece esercitato dai concessionari di Stato», spiega Agisco. Rimane inoltre precluso l'accesso al credito bancario per le imprese del comparto giochi: «Gli istituti di credito rifiutano finanziamenti alle imprese che operano nel comparto facendo leva su specifici “codici etici” adottati, pur in presenza di rapporti bancari in essere e della sussistenza dei requisiti finanziari e patrimoniali delle imprese». L'associazione chiede infine un taglio al canone di concessione, «riducendo l’importo previsto per il primo semestre a due mensilità e quindi da euro 3000 a euro 1000» e una nuova tassazione sulle scommesse dopo l'entrata in vigore del DL Rilancio, che ha previsto il prelievo dello 0,5% sulla raccolta per finanziare il fondo "salvasport": «Chiediamo - conclude Agisco - un contestuale abbassamento del 10% dell’imposta unica sulle scommesse virtuali e su quelle sportive e non sportive». LL/Agipro

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