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Attualità e Politica

15/05/2020 | 08:57

Dl Rilancio, Sangalli (Confcommercio): "Semplificare accesso delle imprese ai sostegni previsti"

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ROMA - «Una risposta ad un'emergenza economica e sociale senza precedenti. Una tappa di rilievo per le risorse mobilitate». Così in un'intervista a "La Stampa" il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, parlando del Dl Rilancio e sottolineando la necessità di «aumentare la soglia dei prestiti garantiti al 100% rispetto agli attuali 25 mila euro e semplificare il più possibile i passaggi burocratici che hanno ostacolato fin qui l'accesso delle imprese ai sostegni previsti dai vari decreti». Il presidente di Confcommercio sottolinea il dato preoccupante degli «84 miliardi di consumi in meno nel corso di quest'anno. Un vero disastro, ma giudichiamo importante la scelta di sopprimere le clausole di salvaguardia che ci evita aumenti automatici di Iva ed accise. Importante anche un primo riconoscimento, seppur non ancora sufficiente, di contributi a fondo perduto a fronte delle cadute di fatturato subite dalle imprese per l'emergenza Covid». Occorre fare di più, secondo Sangalli: «Verificheremo presto l'impatto effettivo dei contributi a fondo perduto. Lo stanziamento dovrebbe essere tra i 6 ed i 7 miliardi e interessa lavoratori autonomi ed imprese con fatturato fino a 5 milioni. E una platea amplissima ed il rischio è che i benefici siano insufficienti: serviranno sicuramente più risorse. E molta rapidità. Perché la crisi di liquidità non fa sconti a nessuno». «I prestiti vanno restituiti e le prospettive, soprattutto per alcuni settori, sono drammatiche- rimarca Sangalli - E, come è ormai noto, ottenere questi prestiti non è automatico. Per questo stiamo chiedendo che si innalzi la soglia dei prestiti garantiti al 100% rispetto agli attuali 25 mila euro, che ci sia più spazio per le autocertificazioni e che ci siano ben più di 6 anni di tempo per i rimborsi. Insieme ai prestiti, però, servono indennizzi e contributi a fondo perduto robusti. Altrimenti il fardello dei prestiti rischia di farsi il macigno del debito». RED/Agipro

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