Attualità e Politica
03/07/2018 | 15:55
03/07/2018 | 15:55
ROMA - «Il divieto di pubblicità è una misura che depista da ciò che serve realmente al settore dei giochi». Così Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, commenta il decreto Dignità approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che dispone lo stop totale per pubblicità e sponsorizzazioni dei giochi. «È stato preso in considerazione un solo aspetto, che a livello di comunicazione “fa scena”, ma non risolve i problemi del comparto. È come mettere una toppa su un vestito, sapendo già che non reggerà». Per Ughi rimane prioritaria la questione territoriale: «Con il passare del tempo lo Stato - regolatore e gestore di tutto il comparto - ha perso il controllo sul territorio. A livello locale, le norme che regolano l’apertura di sale giochi sono ormai tantissime, tutte con criteri diversi, in qualche caso anche senza logica». Una disomogeneità che causa confusione e non aiuta ad arginare gli abusi: «Per riuscirci - continua Ughi - servono regole certe sulla collocazione dei punti di gioco e il loro funzionamento. È questo il quadro entro il quale intervenire per limitare fenomeni compulsivi, ed è questo il punto di partenza da cui lo Stato dovrebbe ripartire per una riflessione sul settore». In caso contrario, secondo Ughi, è più facile andare incontro a decisioni contraddittorie come quella su una terza sanatoria per i centri scommesse senza concessione, che - come anticipato da Agipronews - sarebbe allo studio del Governo. Lo scopo dell’operazione sarebbe quello di reperire almeno una parte delle risorse perdute con lo stop alla pubblicità. «Sarebbe un nonsenso - conclude Ughi - Ci troviamo di fronte a centri abusivi che dopo l’eventuale sanatoria sarebbero comunque abusivi, perché potrebbero violare le disposizioni regionali e comunali sulle distanze minime. Ma non è un problema che riguarda solo i centri attualmente senza concessione, visto che con la frammentazione delle norme locali è difficile pensare alla gara per le nuove concessioni per la gestione delle scommesse, che secondo le previsioni della legge di bilancio 2018 dovrebbe partire entro la fine dell’anno. LL/Agipro
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