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Attualità e Politica

23/01/2019 | 17:26

Faenza, il caso dei nuovi luoghi sensibili: quando la fuga dal distanziometro è senza speranza

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ROMA - Per le imprese di gioco il film “Fuga dal distanziometro” può riservare un finale drammatico, nel quale la speranza di salvezza è preclusa. La conferma viene da una vicenda che si è aperta e chiusa nelle scorse settimane a Faenza. I fatti: sfrattati per eccessiva vicinanza ai luoghi sensibili, gli esercenti di una sala slot e commesse avevano fatto domanda per trasferirsi in zona Orto Bertoni. Ottenuta la licenza dalla Questura, verificata l’assenza di luoghi sensibili entro 500 metri, la sala ha avuto il via libera. L'imminente apertura ha provocato però la protesta di alcuni residenti, ai quali in un incontro pubblico il sindaco Giovanni Malpezzi (alla guida di una coalizione di centro sinistra) ha spiegato che il permesso per l'esercizio era dovuto, in accordo con la normativa regionale. Nei giorni successivi si è però attivata la politica locale, che ha trovato una facile leva nella stessa legge regionale, che dà la facoltà ai Comuni di ampliare a propria discrezione l'elenco dei luoghi sensibili. Così, il 17 gennaio scorso, il Consiglio comunale di Faenza ha votato all'unanimità una mozione che rende “sensibili” anche parchi pubblici, servizi educativi e ricreativi per l’infanzia e sportelli bancomat. Morale: la sala non potrà aprire i battenti, con buona pace della libertà d'impresa e di una concessione statale ancora attiva. L'ultima parola spetterà (probabilmente il 30 gennaio) all'Unione della Romagna Faentina, che ha competenza per la revisione della mappatura del territorio. In ogni caso la dinamica di questa vicenda, ampiamente riproducibile in varie regioni d'Italia, rende la ricerca di una zona praticabile per le imprese di gioco una vera caccia al tesoro. 
MF/Agipro

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