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Attualità e Politica

18/03/2019 | 16:43

Giochi in Umbria, Barberini (ass. Salute): "Segnali incoraggianti nella lotta alla ludopatia, potenzieremo interventi e servizi"

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ROMA - «I segnali sono incoraggianti, ma non basta: la ludopatia è un fenomeno sempre più diffuso e trasversale, che va affrontato con politiche e azioni mirate, con il coinvolgimento di tutta la comunità e un maggiore protagonismo dei Comuni, in una cornice di forte integrazione tra servizi sanitari, enti locali e mondo associativo». Lo ha sottolineato Luca Barberini, assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, intervenendo stamani a Villa Umbra al summit sul gioco d'azzardo patologico, promosso da Regione Umbria, Anci Umbria, Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e FederSanità. All'iniziativa - rivolta in particolare a sindaci, assessori alle politiche sociali e giovanili, comandanti della polizia locale, dirigenti e funzionari dei servizi sociali e delle politiche per i giovani, operatori del Servizio sanitario regionale che si occupano di ludopatie - sono intervenuti, tra gli altri, anche Francesco De Rebotti e Silvio Ranieri, rispettivamente presidente e segretario generale di Anci Umbria, esperti nazionali e regionali di ludopatia.
«Stiamo potenziando interventi e servizi per prevenire e contrastare la ludopatia  - ha evidenziato Barberini - anche attraverso un la predisposizione di nuovo Piano regionale per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d'azzardo che, pur assicurando continuità agli interventi già intrapresi, vedrà un maggiore protagonismo dei Comuni, soprattutto sul fronte della sensibilizzazione dei cittadini sui rischi legati al gioco d'azzardo e dei controlli». L'assessore ha quindi illustrato le principali azioni messe in campo dalla Regione Umbria, che «è stata una delle prime a dotarsi di una legge regionale per la prevenzione e il contrasto della ludopatia. Abbiamo definito - ha spiegato ancora Barberini - un percorso diagnostico terapeutico e assistenziale specifico per il gioco d'azzardo patologico, con presa in carico non solo dei giocatori ma anche dei familiari». 

Finora in Umbria sono stati attivati tre Centri specifici per il trattamento sociosanitario dei giocatori patologici a Perugia, Foligno e Terni ed è in corso di attivazione una quarta realtà a Città di Castello. È disponibile un numero verde regionale per informazioni e richieste di aiuto, sono state promosse azioni mirate a contenere e regolamentare l'offerta, realizzati corsi di formazione obbligatoria per addetti alle sale da gioco, attivate iniziative per sensibilizzare i cittadini sui rischi legati al gioco d'azzardo, tra cui una campagna di comunicazione regionale, è stato consegnato ai sindaci il marchio "Umbria No Slot", con il compito di assegnarlo ai locali in possesso dei requisiti previsti dalla legge regionale per la prevenzione e il contrasto della ludopatia. Riguardo il numero verde regionale (800 410 902), che dopo la diffusione della campagna regionale Umbria No Slot ha avuto un incremento di circa il 140 per cento delle chiamate, Barberini ha fatto sapere che «nel 2016 sono state 69 le chiamate, 147 nel 2017 e 124 nel 2018. Si tratta di 340 telefonate in totale, di cui il 47,4% fatte dai diretti interessanti, il 48% dai familiari e il resto da familiari o amici. La classe di età più rappresentata è quella compresa tra i 31 e i 40 anni».
Il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti, nel suo intervento ha lanciato una serie di proposte per il contrasto della ludopatia: «Ai candidati dei 62 Comuni che andranno al voto, Anci Umbria chiederà di inserire nel loro programma elettorale un impegno formale nella lotta contro il gioco d'azzardo. Chiederemo anche che nell'azione di controllo e monitoraggio vengano coinvolte tutte le forze dell'ordine, non solo la Polizia municipale e che si possa agire anche sugli operatori e concessionari di slot machine». RED/Agipro

 

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