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Attualità e Politica

22/07/2015 | 09:55

Gioco online, il Fatto Quotidiano: «Operatori maltesi al centro di inchiesta Gambling»

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ROMA - Ci sarebbe la società Betuniq al centro dell'inchiesta coordinata dalla Direzione Antimafia che questa mattina ha portato all'esecuzione di 41 arresti e al sequestro di beni per 2 miliardi di euro, 1.500 punti di raccolta e 82 siti nazionali e internazionali di scommesse e giochi on line. È quanto riporta il sito del Fatto Quotidiano - che anticipa alcuni dei contenuti della conferenza stampa in corso a Reggio Calabria - secondo il quale la società di M.G., uno degli arrestati, si sarebbe sviluppata in Italia grazie a una «rete commerciale collegata ad imprese colluse con la ‘ndrangheta e con la camorra». I "circuiti di gioco" - in altre parole i punti scommesse del marchio, presenti sul territorio, ma operanti senza l'autorizzazione dell'Agenzia Dogane e Monopoli - sarebbero stati gestiti, oltre che da M.G., anche da D.L. pure lui tra gli arrestati. L’attenzione degli investigatori è stata attirata dai continui viaggi di M.G., grande appassionato di poker, a Malta, dove era «solito partecipare a importanti tornei» assieme a «personaggi reggini noti nel settore delle scommesse sportive e assidui frequentatori di casinò». Secondo gli inquirenti - riporta ancora il Fatto  - l'operazione «Gambling» dimostra come dietro le trasferte a La Valletta di M.G. «ci fosse un riciclaggio di soldi della cosca Tegano, ma anche di altre famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro e della Locride» che con i punti di raccolta scommesse non autorizzati si sono sottratte al pagamento dell’imposta unica sulle scommesse. Nei mesi scorsi la Direzione distrettuale antimafia ha incrociato i filoni di diverse inchieste per capire con chi era in contatto M.G. e se i suoi viaggi a La Valletta fossero finalizzati solo alla sua partecipazione ai tornei di poker oppure fossero «un paravento per qualcosa di ben più sostanzioso». Undici tra le società coinvolte avevano la sede all’estero (sei a Malta, una in Austria e due in Romania), ma il centro decisionale e operativo era a Reggio Calabria. RED/Agipro

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