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Attualità e Politica

29/11/2018 | 10:55

Imposta unica agenzie estere, Agnello (legale Stanley): "Accolte le nostre richieste, rinvio alla Corte Ue necessario per tutelare la certezza del diritto"

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ROMA - «È la storia di un centro Stanleybet che racchiude in sé le problematiche subite dalle ricevitorie italiane di un operatore estero in continua ricerca di un accesso al sistema concessorio alle medesime condizioni dei concessionari italiani, in applicazione dei principi di diritto che riconoscono la sua attività come lecita e legittima». È quanto dichiara l'avvocato Daniela Agnello, legale di Stanleybet, dopo la decisione della Commissione Tributaria di Parma, che ha rinviato alla Corte di Giustizia Ue il caso di una ricevitoria affiliata al bookmaker. Al centro della questione, l'imposta unica per i centri scommesse senza concessione. «I Giudici tributari - si legge in una nota dell'avvocato - hanno accolto le richieste della difesa che ha sempre ritenuto che il rinvio degli atti alla Corte europea fosse necessario per risolvere definitivamente il contrasto tra il diritto nazionale e il diritto eurounitario e per evitare che interpretazioni divergenti e contrastanti da parte delle Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali potessero compromettere la certezza del diritto». L'intervento della Corte Ue permetterà di avere «un’interpretazione sull’ambito di applicazione dell’imposta unica non solo con riguardo al procedimento sospeso ma anche con riferimento a procedimenti analoghi, pendenti dinanzi a diverse Commissioni Tributarie in Italia». L'Agnello sottolinea che «nel provvedimento di rinvio assume rilevanza la storia processuale del centro che ripercorre e racchiude 20 anni di giurisprudenza resa in sede penale e amministrativa in favore di Stanleybet». Una lunga serie di vicissitudini in cui, conclude l'avvocato, «sono evidenziate tutte le distorsioni del sistema dei giochi che negli anni più recenti si sono tradotte nella nuova forma di discriminazione fiscale». RED/Agipro

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