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Attualità e Politica

24/11/2020 | 14:45

Lotta al match fixing in Consiglio d'Europa: "Questione prioritaria, da scommesse illegali 1,7 trilioni di dollari ogni anno"

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ROMA - Le scommesse «non sono negative in sé. Il problema sono le scommesse illegali». Così Roland Buchel, membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, nel corso del focus tenuto oggi in CdE sul contrasto al match fixing e sulla convenzione di Macolin sulla manipolazione degli eventi sportivi, ratificata anche dall'Italia. A proposito di scommesse illegali, Buchel ne ha ricordato il «significativo giro d'affari» stimato «tra 340 miliardi e 1,7 trilioni di dollari» ogni anno. «È tempo di agire - ha proseguito - Il Consiglio d'Europa dovrebbe porre la questione molto più in alto nell'agenda politica. Ogni ulteriore ritardo andrà a vantaggio delle reti criminali». Riguardo alle azioni contro il match fixing, Ilana de Wild, direttrice Organised & Emerging Crime di Interpol, ha sottolineato come «la convenzione di Macolin ha fissato uno standard. Per noi è l'unica convenzione legalmente vincolante per rilevare, proteggere e sanzionare» e che «le piattaforme nazionali e le forze dell'ordine hanno già iniziato a scambiare informazioni». Secondo de Wild, fondamentale per il lavoro dell'Interpol rimane la «preziosa partnership con il Comitato Olimpico Internazionale». Dello stesso avviso anche Oliver Jaberg, direttore Integrity e antidoping della Fifa: «La convenzione ci dà una base solida per la cooperazione transnazionale e siamo lieti di contribuire a rafforzare il buon governo, l'etica e l'integrità nello sport». A portare il suo contributo anche l'ex calciatore Nuno Gomes: «Gli atleti possono svolgere un ruolo importante nella sensibilizzazione» contro il match fixing e «l'educazione e la prevenzione sono fondamentali. La manipolazione ha un impatto devastante nella vista di persone che lavorano nello sport, i "whistleblower" non devono avere paura di parlare». LL/Agipro

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