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Attualità e Politica

29/06/2016 | 09:45

Dda Messina, Operazione “Totem”: 24 arresti per scommesse clandestine

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messina Operazione Totem

ROMA - Polizia e Carabinieri stanno eseguendo 24 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti esponenti del clan mafioso Giostra di Messina, che avrebbero gestito, tra le altre attività illecite, un vasto giro di scommesse clandestine.

Le indagini hanno permesso di accertare le attività illecite nel settore delle scommesse e del gioco d'azzardo, attraverso sistemi telematici non autorizzati.

La maxi operazione denominata “Totem”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Messina, è in corso nelle province di Messina, Catania, Enna, Mantova e Cagliari. I destinatari del provvedimento (venti in carcere, tre ai domiciliari e uno con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali, aggravati dalle modalità mafiose. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina Monica Marino, su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e dei sostituti Maria Pellegrino, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco.

Dalle indagini, inoltre, è emerso come alcuni appartenenti al sodalizio “servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, procedessero alla raccolta delle puntate e al pagamento in contanti delle vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali – dicono gli inquirenti – Nel medesimo ambito, l’organizzazione criminale provvedeva a investire nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante l’installazione di software illegali“. Le investigazioni hanno anche fatto luce sulle modalità con cui alcuni affiliati “si adoperavano per garantire il reimpiego dei proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse clandestine, che venivano reinvestiti in alcune attività di ristorazione e di intrattenimento di cui i medesimi erano intestatari”.

RED/Agipro

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