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Attualità e Politica

02/06/2020 | 11:53

Giochi, Schiavolin (ad Snaitech): «Volontà di penalizzare il settore»

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schiavolin giochi snaitech

MILANO - «Più che dimenticati, siamo stati penalizzati. Non credo che la nostra ripartenza agli ultimi gradini delle attività produttive sia una casualità». Fabio Schiavolin è amministratore delegato di Snaitech, società attiva nel comparto del gioco legale con più di 2.100 punti fisici, oltre al canale online. La società è anche proprietaria degli ippodromi Snai San Siro e Snai La Maura a Milano e dell'ippodromo Snai Sesana a Montecatini Terme. Come tutte le imprese della filiera italiana del gioco, Snaitech è chiusa dall'8 marzo. E da allora a oggi ha registrato una contrazione dei ricavi pari all'85%, in linea con la media del mercato. «Oggi le nostre uniche entrate sono garantite dalle attività online», spiega Schiavolin, che aggiunge: «L'attività online ci sta consentendo di ridurre le perdite e mantenere il bilancio in parità, ma non potremo sopportare questa situazione per molto tempo ancora. A questo si aggiunga il fatto che stiamo anticipando la cassa integrazione a più di 600 dipendenti». 

Snaitech impiega in modo diretto 920 dipendenti. A questi si aggiungono i circa 14mila addetti della rete, che rappresentano l'indotto occupazionale generato sul territorio. Nel corso del 2019 la società ha raccolto poco più di 10 miliardi di euro. Al netto di quanto restituito in vincite ai giocatori, i ricavi ante imposte sono stati pari a 1,9 miliardi. Di questa cifra, 1,1 miliardi sono stati versati all'erario, per un fatturato netto da parte di Snaitech pari a circa 800 milioni di euro. Complessivamente, il settore del gioco legale in Italia impiega 150mlla addetti e vanta una raccolta pari a 110 miliardi di euro: 8,3 miliardi vanno alle società della filiera, come Snaitech, mentre 11 miliardi sono il gettito annuo per lo Stato. Il resto viene restituito in premi ai giocatori. Snaitech stima che i tre mesi di chiusura del settore siano costati all'erario 2 miliardi di minor gettito. «Noi - spiega Schiavolin - siamo pronti per ripartire m sicurezza. Le nostre associazioni di categoria hanno redatto protocolli condivisi anche dai sindacati, che prevedono ingresso contingentato nel punto vendita previa misurazione della temperatura, sanificazioni di tutti gli elementi, distanziamento fisico ottenuto anche per mezzo di barriere e uso obbligatorio di dispositivi di protezione individuale sia per gli operatori che per i clienti. Nonostante questo - continua l'ad di Snaitech - sebbene ci aspettassimo di essere inseriti nella ripartenza del 3 giugno, apprendiamo che al momento la ripresa del nostro settore non è prevista nemmeno nella finestra del 13 giugno».

In Germania la Bundesliga è ripartita. Il 17 giugno toccherà alla Premier League, il 20 alla Serie A. «L'offerta sportiva sta per tornare a regime, non vediamo motivo per tenere chiuso un intero comparto. Anche perché, quando l'offerta legale viene a mancare, molto spesso la domanda viene compensata da attività di gioco illegali». Il riferimento è a quanto dichiarato dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, in un documento redatto per analizzare il rischio di aumento della criminalità durante lockdown e Fase 2. «La chiusura delle sale e l'interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato - avvertiva Gabrielli in un passaggio relativo al settore - potrebbero aumentare il ricorso al gioco d'azzardo illegale». Il limbo decisionale con cui è alle prese la filiera italiana è generato anche da visioni politiche contrastanti tra i partiti di Governo. È nota la posizione critica del M5S. Ha fatto rumore il tweet pubblicato da Vito Crimi, portavoce del MgS al Senato e viceministro dell'Interno, lo scorso 30 aprile: «Slot machines e gioco d'azzardo - ha scritto Crimi su Twitter - devono essere gli ultimi a tornare in attività. La decisione di posticiparne la riapertura è positiva, accoglie le nostre richieste. Se non riaprissero più sarebbe meglio. Continua la nostra battaglia di civiltà in difesa della salute dei cittadini». 

RED/Agipro

 

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